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Virginia Woolf #donne #8marzo

Immagine di L.

È incredibile la persistenza di alcune visioni del femminile.

Quello che riporto è un brano della scrittrice Virginia Woolf tratta dai Saggi 1904-1941.
Il titolo è: Professioni delle donne,

Virginia riflette relativamente al mestiere di scrittrice.

Gli articoli vanno scritti su qualche argomento. Il mio, se ben ricordo, riguardava il romanzo di un uomo famoso. E mentre lo scrivevo, mi accorsi che se volevo recensire dei libri, dovevo combattere contro un certo fantasma.
E il fantasma era una donna, e quando imparai a conoscerla meglio la chiamai come la protagonista di una famosa poesia, la chiamai l’Angelo del focolare.


Era lei che quando scrivevo una recensione si metteva tra me e il mio foglio.
Era lei che mi angustiava e mi faceva perdere tempo e mi tormentava a tal punto che alla fine l’uccisi.
(…)
Era infinitamente comprensiva.
Era estremamente accattivante.
Era assolutamente altruista.
Eccelleva nelle difficili arti del vivere familiare.


Si sacrificava quotidianamente.
Se c’era il pollo, lei prendeva l’ala; se c’era uno spiffero, ci si sedeva davanti lei; insomma era fatta in modo da non avere mai un pensiero, mai un desiderio per sè, ma preferiva sempre capire e compatire i pensieri e i desideri degli altri.


E sopratutto ( non occorre dirlo ) era pudica. Il pudore era ritenuto la sua bellezza più grande, i suoi rossori il suo più bell’ornamento.
(…)


Sii comprensiva, sii tenera, lusinga, inganna, usa tutte le arti e le astuzie del nostro sesso.
Non far mai capire che sai pensare con la tua testa.
(…)


E di tutti questi problemi, secondo l’Angelo del focolare, le donne non devono parlare liberamente e apertamente; le donne devono ammaliare, devono conciliare, devono, per dirla brutalmente, dire bugie se vogliono avere successo”.



Sintesi da Voltando pagina.

Quanto è cambiato il modo di essere donna dopo un secolo? Quanto è rimasto?
Un mio amico mi diceva tempo fa: – Tanto a voi donne piace tanto fare le infermiere!


È proprio vero che ci piace o, invece, non c’è altra scelta alternativa anche oggi se all’interno di un nucleo familiare una persona sta male o ha bisogno di accudimento?


Non è forse vero che ancora oggi il ruolo silenzioso e quotidiano svolto da tante donne pronte a sacrificare parte ingente del loro tempo e della loro energia è semplicemente funzionale in uno Stato mancante, estremamente deficiente nell’organizzazione di servizi sociali?


Si sacrificava quotidianamente.
Anche oggi, anche ora, la cura dei malati, degli anziani, degli infanti, dell’organizzazione casalinga non è ancora quasi totalmente delegata all’Angelo del focolare?


La differenza, rispetto ai tempi di Virginia, è legata al fatto che oggi le donne in più lavorano. Hanno ruoli professionali impegnativi e in più tutto il resto. Tranne casi isolati e fortunati, le famose eccezioni che confermano la regola, in cui hanno accanto un partner evoluto che sa dividere i compiti.

Sii accattivante infinitamente comprensiva tenera lusinga inganna …
Non vi risuonano in testa ( mi rivolgo alle donne ) queste parole come ancora estremamente attuali?
Oggi forse si direbbe: Sii solare sorridente un po’ oca tollerante paziente silenziosa …

Fino a che punto la donna per piacere dovrà ingannare? Dire bugie a se stessa prima che agli altri?


Quanto dovrà tacere i propri desideri, bisogni, esigenze, pensieri? Quando potrà finalmente esporre il proprio pensiero, dimostrando di saper usare il cervello, senza essere etichettata con uno dei soliti triti adesivi sulla fronte prima di essere impacchettata e spedita a quel paese?

12 risposte su “Virginia Woolf #donne #8marzo”

Non so cosa dire… il problema è complesso e passa dalla raggiunta consapevolezza di sè e del proprio valore da parte della donna, che spesso è divisa fra il lecito desiderio di esprimere le sue capacità a tutto tondo fuori dalla mura domestiche e quello, altrettanto sincero, di curare la sua famiglia, non perché si adatti al ruolo tradizionale, ma per amore verso i figli, i genitori, eccetera… di cui empaticamente percepisce i bisogni. Anche ammettendo che abbia un compagno evoluto, generoso, all’altezza dei tempi, motivato ad essere collaborativo, non le sarà mai facile trovare sollievo all’enorme carico emotivo e fisico che dovrà sostenere. Quanto ore al giorno bastano per essere un bravo genitore? Il tanto invocato aiuto chi glie lo darà se non ci sono i soliti nonni o non si sentono nati per farlo e mancano i quattrini per pagare baby sitter e collaboratrice familiare? Sia chiaro che le domande valgono per entrambi i componenti della coppia e che trovare risposte non è semplice, le opzioni riducendosi a tre: rinunciare ai figli, benché desiderati, rinunciare alla carriera entrambi o uno dei due, con che criterio operare la scelta. I rimpianti sono dietro l’angolo.

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Tanti interrogativi… Il problema è complesso. Giustamente tu poni diversi temi. Non c’è nulla di avvilente nel curare figli o fare la badante. Importante è non essere relegata solo in quel ruolo.
Grazie del tuo compiuto pensiero
🌺🌹🌷

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È cambiato ben poco, d’altra parte è vero che strutturalmente il nostro cervello è così predisposto, poi c’è anche la compiacenza dell’uomo, la donna badante fa molto comodo e costa meno.

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