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Senza linea

Da sabato ore 17, sono senza la linea dello smartphone. La linea, e la connessione Wi-Fi, è caduta partita sparita. Non è la prima volta che mi capita. Non c’era vento né neve né altro che potesse far pensare a un guasto all’antenna. Inspiegabile. Ora sono le otto e mezza del giorno dopo. La linea non è tornata e non so quando tornerà. Essere senza smartphone mi ha creato un improvviso vuoto e scombussolamento nella successione dei riti mattutini:

Non ho potuto leggere le notizie sul quotidiano on line a cui sono abbonata e dare uno sguardo ai titoli degli altri quotidiani

Non ho potuto fare e ricevere telefonate

Non ho potuto ricevere e inviare messaggi

Non ho potuto guardare che tempo fa (incredibile che non si faccia aprendo la finestra e guardando il cielo)

Non ho potuto guardare leggere e rispondere ai commenti sul mio blog e lanciare un altro pezzo

Non ho potuto ascoltare la radio o la musica dalle app mentre mi preparavo a uscire

Questo vuoto, creato dal mancato funzionamento di un aggeggio che ormai è a noi collegato fissamente con un cordone ombelicale virtuale, mi ha imposto la ricerca di un’alternativa.

Quindi, dopo aver fatto colazione, in attesa che arrivasse l’ora meno fredda per una passeggiata ( qui ormai fino alle dieci siamo sotto zero o a pochi gradi sopra lo zero) ho preso a caso un libro dalla pigna che ho in corridoio, il primo che mi è capitato in mano, alla cieca.

Con mio stupore all’apertura ho notato che si trattava di un libro che non avevo mai letto. Mi è stato regalato più di dieci anni fa dall’amante di corrispondenza epistolaria. Oltre a scriverci chilometri di parole leggevamo molte parole e ci scambiavamo pareri sui libri letti, consigli o, come in questo caso, ce li regalavamo i libri.

Fatta tutta questa premessa, se non ci fosse stato questo “incidente” a provocare un vuoto, io difficilmente stamattina avrei preso in mano e letto quasi interamente: Il senso di una fine di Julian Barnes – Einaudi

Sono le sedici e trenta di domenica , il guasto sulla linea telefonica interessa tutta la valle. È ormai da 24 ore che sono senza smartphone e Wi-Fi. Ho quasi finito il libro.

con quale frequenza raccontiamo la storia della nostra vita? Aggiustandola, migliorandola, applicandovi tagli strategici? E più si va avanti con gli anni, meno corriamo il rischio che qualcuno intorno a noi ci possa contestare quella versione dei fatti, ricordandoci che la nostra vita non è la nostra vita, ma solo la storia che ne abbiamo raccontato. Agli altri, ma soprattutto a noi stessi“.

Questa una chicca del libro su cui riflettere. Forse sarebbe il caso di impostare già nel sistema di uno Smartphone un guasto programmato ogni tot giorni per permetterci di trovare “altro da fare” togliendoci momentaneamente da una schiavitù ormai perenne.

Voi quante volte oggi avete preso in mano lo Smartphone? Per cosa lo avete usato? E riuscireste a stare 24 ore senza usarlo mai, neanche per dare una sbirciatina a WhatsApp? E senza connessione internet cosa fareste di nuovo?

Stamattina ho acceso lo Smartphone. La linea è tornata. Ho finito la lettura del libro.

23 risposte su “Senza linea”

Nell’arco della giornata cerco di applicare un tempo videofree cosicché mi riapproprio di una visuale più reale. Inutile dire che quando dipende dalla pura volontà propria è tutto più flessibile rispetto a una lontananza forzata. Forse il problema sta proprio nel crearsi alternative ove possibile e necessario.

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Sì anch’io non sto sempre appiccicata allo Smartphone o ipad o pc… Mi ha infastidito la non scelta…
Ogni sera io chiudo tutto alle otto, per esempio. Ma è una scelta mia. Buona serata Davide 🙂

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