
Mi mancava il bosco e il sentiero, i rami di pino spezzati dal vento e la neve vergine e cristallina.
Dopo mesi di assenza sono risalita al lago. La neve era azzurra nella parte in ombra e scintillava al sole. Scricchiolava sotto i piedi. In alcune zone era ghiaccio e occorreva fare molta attenzione.
Si è rotto il tetto di un capannino in legno, forse per il vento; le panchine erano in gran parte ancora sommerse dalla neve e il lago era in secca. Per il resto il paesaggio era quello di cui avevo nostalgia: silenzio e vette.
Il sole era lontano sul percorso e abbiamo camminato a lungo per trovarlo. Il bar del rifugio era stranamente aperto e abbiamo potuto bere un caffè. In estate diventa “il mio bar” dove ogni mattina faccio colazione con cappuccio e brioche. Non mi ero resa conto di quanto mi mancasse fino ad oggi.
Pensavo di essere fuori allenamento invece sono salita senza fatica.
” Questa è la libertà – disse la maestra – è qualcosa di invernale, qualcosa che non si può sopportare a lungo. Bisogna sempre muoversi come facciamo ora, bisogna danzare nella libertà. È fredda, è bella. Solo non innamorartene. Non ne ritrarresti che dolore, perché solo per brevi momenti, non più di tanto, si può indugiare nelle regioni della libertà”.
Da: Jakob von Gunten – Robert Walser
Verissima la sensazione: rendersi conto di quanto ci mancava qualcosa (o qualcuno) nel momento in cui la si ritrova
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Eh, sì. Purtroppo quando ci manca ce ne rendiamo conto. Adesso per esempio valutiamo l’importanza della salute…
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No, beh, quella è sempre al primo posto
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lo sci ti ha aiutato a mantenere la forma 🙂
stupenda la foto del bosco
ml
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Grazie e buona serata caro Massimo 🌼💓🐞
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