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Pietre

Era da molto tempo che non facevo questo percorso che ora si trova proprio dietro la mia nuova casa.

È un percorso che porta a un’alpe. Dove ci sono mucche dal lungo pelo rosso.

Stamattina ne ho fatto solo un pezzo perché è una salita con alti gradini in pietra ed è una sollecitazione non benefica per i legamenti delle ginocchia.

Man mano che si sale la vista si apre a nuovi scenari. Il profumo è di resina e muschio.

La discesa è più impervia della salita perché le pietre sono alte e scivolose per l’accumulo delle foglie e l’umidità di qualche sorgente.

Faticoso come tutti i nuovi percorsi. Ma apre la possibilità di vedere nuovi panorami.

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Non ci si stanca mai

https://manuelchiacchiararelli.com/2022/07/28/chiedimi-perche-vado-in-natura/?amp=1

Riporto questo bell’articolo di Manuel perché scrive quello che anch’io ho già scritto e rimarcato: non ci si stanca mai in natura perché tutto muta.

Posso guardare questa rupe – che ho esattamente sopra il rettangolo del mio nuovo giardino – e posso guardare solo e sempre questa rupe tutti i giorni alla stessa ora e troverò sempre uno spunto nuovo.

Un paesaggio diverso. Perché diversi sono gli alberi nelle diverse stagioni, diverso lo sfondo del cielo terso, come in questi giorni, o attraversato da nubi e veli. O, come mi è stato detto l’altra sera dalla mia vicina, solcato dall’aquila.

Fotografare gli animali è davvero difficile. Mi piacerebbe cogliere al volo il passaggio degli animali che, a quanto pare, girano al calar della notte o di primo mattino: il tasso, la donnola, la volpe…

Vedremo. Per ora ho solo catturato fotograficamente farfalle.

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Il ponte nuovo

Anche noi, due ottobri fa, abbiamo avuto una alluvione che ha spazzato via almeno due ponti.

Non avevo ancora visto quello che hanno ricostruito e inaugurato questa primavera.

Eccomi, come ombra, sul ponte nuovo in legno chiaro davvero bello. Ci si arriva da una stradina in mezzo al bosco.

Sotto il suono piacevole del torrente che scorre.

Mi piace scoprire posti nuovi in questa parte così stretta e chiusa. Qui il mondo finisce esattamente dove comincia il Monte. Non c’è via di fuga. Questo piccolo mondo antico è chiuso in questo scrigno che si sta mettendo una veste nuova

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Magnifica giornata

Questo il mio nuovo paesaggio dalla mia nuova casa.

Cielo blu e caldo. Sono in giardino e potrei stare in costume.

Una positiva caratteristica della nuova casa è che avrà il sole sempre. Magari per poco d’inverno, ma sempre. Dove abitavo prima d’inverno il sole spariva dal 10 novembre fino ai primi di febbraio. Infatti la chiamano Siberia.

Me lo hanno detto tutti i miei ex vicini: andrai dove c’è sempre il sole. A me sembra così strano, ma verificherò scrivendo sul mio taccuino le ore di sole.

Ora due ottobre è in pieno giardino, ma non tocca ancora la facciata della casa.

Qui in montagna ci sono giornate di sole anche in pieno inverno così piacevoli che si può tranquillamente andare in giro senza piumino o giacca. Clima più secco. Quando nevica non fa freddo. A differenza di quanto pensano molti.

Buona domenica

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La colazione

Toglietemi tutto, ma non la colazione… A quest’ora mattutina ci sono io e un tavolo in fondo con cinque persone. L’ambiente è accogliente e c’è di sottofondo una bella musica jazz.

Ho il mio tavolino. Sempre quello. I proprietari sono una coppia giovane amici di miei amici.

Quando ho vissuto per sei anni in un’altra valle c’era un tavolino del bar nella piazza ( a quei tempi avevo un compagno con cui condividevo colazione aperitivi pranzi e cene) c’era un tavolino, dicevo, sempre occupato da uno scrittore. Stava lì tutta la mattina circondato dai suoi fogli e dalle sue penne. Come ci narra la storia del costume è tipico degli scrittori, o perlomeno di molti, scrivere in mezzo alla gente di una caffettiera. Si colgono tante sfumature colori caratteristiche e idee.

Ho saputo che questo scrittore è morto così come è morto ultimamente un altro scrittore della valle che aveva una bella libreria. Nelle sere estive andava in giro con il codazzo della gente a leggere storie del luogo sotto la luce di una lanterna.

Suggestioni.

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Com’era bella

Com’era bella la montagna l’anno scorso… Con chiazze bianche sulla pietra grigia. Ora così nuda che fa tenerezza e tristezza. Perfino i girasoli non sono sbocciati a fare un primo piano che sbalzi il panorama sullo sfondo. Stanno lì con i petalini verdi, quest’anno, che non hanno forza per raggiare di sole per troppo sole.

Ora piove. Finalmente piove. E qui arrivano i cercatori di funghi con i grandi zaini.

Ho troppe cose da fare per la casa nuova per cui non cerco funghi. Attività meditativa che abbisogna di pace pazienza tempo.

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Come in autunno

Stamattina la salita è caldo-umida come in una foresta equatoriale. Il bosco è velato come in autunno…

Ha un suo fascino spettrale e indefinito. Giocano i primi piani con lo sfondo acquarellato…

Atmosfera ideale per incontrare un selvatico e anche un lupo.

Ma non c’è nessuno. Piove.

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È tutto qui?

– È tutto qui il lago? Mi hanno detto vai, vedrai che bello…

Così dice il turista con la sua asta per i selfie.

Come spiegargli che questo specchio d’acqua cambia colore tono trasparenza a ogni ora del giorno e in ogni mese dell’anno? Come spiegargli che io – che lo posso vedere sempre da quasi sette anni – mi fermo sempre incantata e spesso lo fotografo ammirata?

Verde Tiffany smeraldo verde bottiglia blu turchese latteementa ottanio…

Come spiegargli che un luogo è bello solo nello sguardo di chi guarda. Che la stessa persona, per chi ama, può apparire sempre diversa e di una bellezza rara ad ogni ora di luce o di tenebra?

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Luoghi

Quando vedo documentari e servizi dei luoghi più belli del nostro pianeta a volte mi chiedo come faccio a essere sempre così sorpresa del fazzoletto di terra dove ho scelto di vivere. Come faccio a essere sorpresa e stupita di questo hortus conclusus.

Amo viaggiare e vedere luoghi nuovi. Ho assaporato ogni nuovo panorama a settembre in Salento e negli anni precedenti di ogni luogo visitato e abitato italiano e estero.

La Terra è un luogo davvero magnifico in tutte le sue incredibili manifestazioni.

Ma io sono un po’ proustiana e credo che Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi

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Giornata magnifica

La neve sui monti è ormai un ricordo, il cielo è blu profondo, quasi viola. Temperatura ideale per fare una bella scarpinata e fermarsi in una spiaggia.

L’alluvione di un ottobre – mi pare di due anni fa – ha rovesciato e spostato massi ovunque e sradicato alberi. Le spiagge sono tutte cambiate… Avevo dato un nome ad ogni spiaggia: Il giardino zen, Le piscine, L’ultima spiaggia…

Tutto muta, tutto cambia. Perfino la spiaggia in Salento dove sono stata a settembre la scorsa estate è stata spazzata via dall’alluvione…

Accidenti…

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La lontananza

Stare sul terrazzo e riempirsi gli occhi di verde dopo ieri è gioia per il mio cuore.

Non c’è nulla da fare: sono diventata irrimediabilmente allergica alla città al traffico al rumore. Ieri sono dovuta scendere per un impegno e ho sofferto molto. Trovo insostenibile l’odore il caldo appiccicoso le auto i parcheggi i supermercati gli edifici le autostrade e tutto il resto.

So di essere una fortunata ma ho vissuto diversi anni giù senza lamentarmi.

Per capire quanto ci manca una persona o un posto basta allontanarsene anche solo un giorno. La lontananza è il vero test.

Io dopo ieri ho capito quanto ho bisogno di verde natura silenzio boschi cinguettii acqua montagna.

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Due anni fa

Lo stesso giorno due anni fa. Nuvole basse tra alberi già verdi di tenerissime foglie.

È tutto indietro ora. E anche i fiori, i prati, le foglie nuove… solo ora paiono risvegliarsi. Fa ancora caldo. Oggi si stava al sole in maglietta. Non so mai come vestirmi. Se sono troppo leggera ho freddo, oggi avevo caldo con il maglione e il pantalone invernale.

Della nevicata non c’è più traccia. I prati sono verdi. Sono appena sbocciati i nontiscordardimé. Ho scoperto nella mia fototeca un bel mazzolino che avevo messo in casa due anni fa.

Non colgo mai fiori. Preferisco vederli nei prati o cogliere la loro fugace bellezza con la macchina fotografica. I nontiscordardimé li ho colti perché sarebbero stati comunque falciati in giardino dai feroci denti del tosaerba…

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In questo luogo

Sono appoggiata a un sasso, in questa piana, il corpo disteso sull’erba, circondata da trilli e cinguettii.

In questo posto, in cui ora abito, ero venuta una sola volta, forse più di dieci anni fa con degli amici e il mio fidanzato di allora. Non mi era piaciuto il paese con le tipiche case. Non ne avevo trattenuto un buon ricordo.

Mai, allora, avrei pensato che ci sarei venuta a vivere. Questa piana non l’avevo vista in quel giorno di gita. Perché non c’era stata flànerie.

Un luogo, un paese, una città… li conosci solo quando ci vivi e, soprattutto, quando non segui i percorsi turistici.

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La prima volta

La prima volta che ho fatto un piccolo pezzettino del percorso che porta al lago era un aprile di sei anni fa. Ricordo la fatica nel salire. C’era la neve per terra e faceva freschino. Quel giorno mai avrei immaginato che quel percorso sarebbe stata la mia agile via per salire al lago quotidianamente nella bella stagione.

Stamattina ci sono tornata su questo mio consueto percorso perché ormai non c’è nemmeno più ghiaccio. È diventato un luogo casa. Conosco ogni pietra e ogni albero. Purtroppo da molto tempo non è più stato possibile vedere selvatici. L’ultimo forse risale a prima del lockdown ed era una femmina di cervo.

Il guardiano della diga ci ha detto che non ha mai visto lupi: su al lago. Chissà… Perché ogni tanto compare qualche resto di ossi completamente scarnificati.

Non è certo un lago come certi famosi del Trentino… ma a me piace sempre per il suo mutare. Non è mai uguale a se stesso.

Anche ora che ha poca acqua e si formano isole di sabbia. Qui non piove e non nevica da tre mesi.

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Presenze

Dopo sei anni solamente ora mi rendo conto di queste silenziose presenze lignee nel bosco.

A differenza di quelle realizzate da Mauro Corona, queste non sono pubblicizzate e non è possibile sapere nemmeno l’autore.

Sono cinque, ma io ne ho trovate solo quattro. Hanno reso un ceppo vivo, anche perché il legno è materia viva e non muore mai.

Sono contenta di averle finalmente trovate : saranno un nuovo punto di riferimento durante le mie passeggiate anche perché molti punti di riferimento di un tempo sono spariti a causa della forte siccità. Non c’è più il Giardino Zen e l’Ultima Spiaggia perché non scorre più acqua. Chissà dove andranno a deporre le copiose uova le rane…

Tutto cambia, ma qui l’acqua non scorre…

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Pare

Pare in bilico – e pronto a rotolar giù – questo macigno che invece sta.

Sta fermo a sentinella della corona dei monti e del cielo. Qui non s’ode un rumore. Tutto è fermo e immobile. Perfino il lago non trema.

Stare fuori dal mondo regala un silenzio che è balsamo nelle ore di strazio e lamenti.

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Ai tremila

Questo è un luogo che davvero mi manca molto. Due anni la funivia chiusa per via della pandemia. E ora… la poca neve scesa è turbinata via per il vento. C’è aperta una sola pista piccola. La fotografia risale a tre anni fa quando salivo spesso anche solo per prendere un aperitivo, pranzare o prendere il sole oltre che, naturalmente, nutrirmi dello spettacolare paesaggio.

Mi auguro di poterci tornare presto.

Ultimamente tutto è cambiato così rapidamente. Dopo la pandemia anche il clima.

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Luoghi del cuore

Quanto mi mancava il lago… Da diversi mesi non salivo per via del ghiaccio sul percorso.

Stamattina sono tornata e, finalmente, l’ho rivisto. Con i decori di ghiaccio sulla superficie.

Ci sono stati anni che era tutto ghiacciato e gemeva scricchiolando al salir del sole. Qui il sole arriva tardi, verso mezzogiorno. E questo inverno per ora è troppo caldo per vederlo tutto ghiacciato.

Comunque è un mio luogo del cuore. Mi è piaciuto tornarvi ieri: nel Blue Monday il giorno più triste dell’anno con l’aggiunta degli ululati alla luna piena.

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Mare di settembre

Guarda che mare… immagine fatta al volo con lo smartphone scendendo verso la spiaggia nella baia. Un’acqua trasparente e calda. Un piacere stare immersi a nuotare.

Si pensava che da questo lunedì scemasse la folla. Invece… Spiaggia piena come settimana scorsa se non di più. Molti ormai scelgono – se possono – settembre per il mare. E devo dire che fanno proprio bene.

Settembre è proprio un bel mese. Ormai la mia pelle è arrostita dal sole…

Si ciabatta fino alla baia tra svolazzanti venti di scirocco. Qualcuno si arrampica sugli scogli altri come me scelgono la indolente e comoda sdraiata del lettino. Ci sono più bimbi piccoli non ancora scolarizzati, nonni con nipotini, coppie che arrivano su moto e scooter… Il parcheggio ieri era pieno di automobili. Sembra agosto invece è settembre. Pare dagli articoli che ho letto un mese ormai scelto da chi può, come me, per le vacanze.

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A volte… le volte

A volte occorre andare oltre la Toscana, più giù nel sud, per trovare gioielli architettonici come questa chiesa con volte gotiche magnificamente affrescate.

Una facciata in pietra leccese è un arabesco continuo che incanta.

Città di Galatina – Basilica di Santa Caterina di Alessandria (sec. XIV)
https://www.comune.galatina.le.it/vivere-il-comune/territorio/da-visitare/item/basilica-di-santa-caterina-di-alessandria-sec-xiv

Non vi sto a tediare con inutili descrizioni – per chi vuole approfondire c’è il link – ma devo dire che gli affreschi, le volte, le navate di questa basilica sono davvero incantevoli.

Non basterebbero giorni per “leggere” tutte le storie che vi sono raccontate così simili a le inquadrature di un film o alle vignette di un fumetto.