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Responsabilità

Immagine fotografica di Eletta

Leggo con voi. Rifletto con voi su un termine piuttosto importante, direi basilare. Il termine è responsabilità.

Rispondere viene dal verbo latino respondeo, formato dal prefisso re, rafforzativo, e da spondeo, che significa promettere e da cui vengono sponsus e sponsa che in latino sono i promessi sposi, i fidanzati. Una persona responsabile è quindi paragonabile a una fidanzata della realtà, perché ha preso impegno con essa, le ha dato la sua parola, si è legata, e quindi intende essere una persona seria, affidabile, vera, di parola, leale;

ha il senso del dovere e non solo quello del piacere, e il suo senso del piacere, quando è il caso, sa sottoporsi al suo senso del dovere.

Anzi, per una persona responsabile il senso del dovere diviene un piacere, perché quando lavora è contenta, quando si può dedicare a qualcosa di più grande e più importante di sé è ancora più contenta.

Le piace rispondere, corrispondere, non tradire, non risultare inaffidabile, non essere falsa, menzognera, sleale”.

Da: Essere migliori – Mancuso

Andrebbe pesata ogni parola di quanto riportato. Essere persone serie e responsabili non significa seguire i propri istinti desideri e piaceri. Per questo non serve un gran lavoro: è talmente facile… istintivo appunto.

La parola dovere oggi sembra un po’ fastidiosa: sa di regole dettate dall’esterno a cui dobbiamo sottometterci con fatica. In questa cultura consumistica va più di moda la parola piacere. Faccio quello che mi piace senza dover rendere conto a nessuno.

Quanto siamo davvero responsabili? Senza la mamma o il professore: noi sappiamo essere persone che, preso un impegno, sanno mantenere fede alla parola data? Sappiamo uscire dal guscio inerte delle nostre piccole vogliuzze per rispondere, corrispondere, essere un centro vitale anche per gli altri? Sappiamo ricavare piacere dal dovere?

Ci sono persone così egocentrate che inorridiscono al pensiero di mettere al secondo posto il proprio piacere. Prima c’è il proprio bisogno. Il proprio tempo. Il proprio desiderio. Naturalmente sono le medesime persone che esigono che venga loro donato tempo per appagare i propri desideri. Ma non ricambiamo mai, se non con estrema fatica. Tutto è loro dovuto, loro non devono nulla.

Persone che sono inaffidabili. Non si può contare su di loro se non servendoli. Allora, paghi come poppanti appena allattati, sono contenti.

Ma guai a chiedere loro qualcosa: come ci permettiamo di mettere in discussione il loro sacro tempo che è completamente sottomesso alla soddisfazione dei loro perenni bisogni?

A meno di essere isolati in un eremo fuori dal mondo da soli, ciascuno di noi dal momento in cui è in relazione con altri, dovrebbe cercare di essere una persona responsabile. Anche nei confronti dell’ambiente e non solo nei confronti del prossimo. Tutto quello che scegliamo di fare lascia tracce.

10 risposte su “Responsabilità”

Il discorso è interessante, anche se mi preme far notare che il binomio dovere-responsabilità non sempre è fautore di liete novelle.
È responsabilità di un generale decidere di ordinare un attacco missilistico ed è dovere di un soldato eseguire l’ordine; l’esito, puoi immaginarlo, sarebbe tutt’altro che gratificante.
Ho capito che ti riferisci a un senso di responsabilità che, in teoria, dovrebbe privilegiare l’aspetto civile, morale ed educato dei rapporti personali, ma temo si stia facendo esattamente il contrario.
Laddove una volta il rispetto nei confronti degli altri era prioritario (e guai a trasgredire), adesso vi è la pretesa di tollerare anche comportamenti eticamente degradanti.
Sarebbe una responsabilità utile raddrizzare tali atteggiamenti con il pugno di ferro e sarebbe dovere di ognuno di noi criminalizzarli; invece accade esattamente l’opposto.

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Proprio così. La citazione che ho riportato fa parte del tema “etica”. La responsabilità, quindi, dovrebbe attenere al comportamento etico: per un vivere migliore, non peggiore. Grazie del pensiero ben articolato. Buona serata 🐞

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La cosa funziona a patto che ve ne sia un gran numero, tendenzialmente superiore a quello degli antitetici. Potrebbe anche darsi il caso di una persona che oscilla tra momenti di responsabilità ed altri di minor responsabilità; oppure anche di chi, per concedersi un attimo di “tregua”, paghi caro e amaro.
Fatto sta, comunque, che senza responsabilità si va perdendo un bene inestimabile: la fiducia, base su cui poter agire con affidamento e libera programmazione degli aspetti costruttivi del vivere, sociale e privato.
E, a conti fatti, torna sempre utile il collegamento dialettico responsabilità-libertà nonché l’aforisma kantiano: “La nostra libertà finisce dove inizia quella altrui.”.

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