” E l’arrivo di un forestiero non desta curiosità, ma piuttosto diffidenza. Se esso fa delle domande, gli rispondono di malavoglia; perché la gente, nella mia isola, non ama d’essere spiata nella propria segretezza”.
ELSA MORANTE – L’isola di Arturo
Così capita anche qui.
Una mia vicina, l’altro giorno, mi ha detto che qui anche le siepi ed i muri hanno orecchie. Infatti tutti sanno tutto di tutti.
La diffidenza paradossalmente è anche minuta e continua osservazione e giudizio. È il prezzo che si paga in una piccola comunità se arrivi dalla città. Sei un intruso, un forestiero.
Capita anche, come mi è successo stamattina, di essere cercata per fare due chiacchiere da una negoziante da cui ho comprato uno zaino tempo fa.
– Non ricordo il suo nome… l’ho vista prima in piazza e non mi veniva in mente…
– Possiamo darci del tu? Come è possibile che tu sei qui da tre anni e non ti ho mai notata? Una bella donna come te non passa inosservata…
Si chiacchiera nella piazza ancora quasi deserta. Arriveranno i turisti tra poco.
C’è stato un aperitivo in giardino domenica sera organizzato da me. Oltre ai miei amici si è fermato anche un vicino con sua moglie. Lui sa tutto: può dirti la storia di ogni pietra, di ogni casa.
La diffidenza nei miei confronti, già bollata dal mio vicino come “selvatica” è dovuto anche al mio essere diversa. Ho avuto ai tempi il mio battesimo nella sala del trono al castello: – Sei una artista.
Essere una artista accentua la diversità. Gli artisti vivono con i loro demoni, sono difficilmente omologabili ed escono troppo dagli schemi e dalle regole.
Qui le donne fanno quello che hanno sempre fatto le donne: servono gli uomini. Sono sottomesse. E fanno tutto: ogni tanto capita di vedere una anziana che cammina con la pesante gerla sulle spalle piena di legna.
Rispettare la diversità non è solo tema relativo all’immigrato, allo straniero, al diversamente abile. Rispettare la diversità è tema su cui riflettere ogni giorno relativamente a qualsiasi persona diversa da noi.
5 risposte su “Forestiero”
Bisogna anche avere voglia di “integrarsi”.
E bisogna vedere se vale la pena “integrarsi”.
Dipende da quelli con cui ci si dovrebbe “integrare”.
Un saluto.
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Certo che val la pena di integrarsi. Almeno per me. Perché dopo tutto sono socievole e due chiacchiere fanno sempre bene. Buona giornata caro Walter
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Ho vissuto la diffidenza e poi l’integrazione nel paesino dove vado in campagna. Oggi ho lì amiche vere, quelle che all’inizio mi guardavano con vago sospetto
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Anch’io, per fortuna, ho trovato qui una vera amica: è però una forestiera che ha fatto una scelta consapevole e radicale di vivere in montagna. Spero di trovarne altre. 🐞😍
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Certamente
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