Le parole s’arrampicano come insetti sul muro rosato.
Fanno file scomposte che seguono un’unica direzione.
Entrano ed escono dalla tana come fili di fumo.
Dalla tua bocca alla mia: saettano nel cervello con rimbombi di tuoni.
Decifrare il senso togliendo gli strati di fango.
Polvere di sabbia copre le pause fittizie.
Quante pesanti corazze deve mutare l’incontro di due anime per sbocciare.
Barcolliamo su fili di rasoio per paura di perdere le ali.
Tu: che io non so chi tu sia.
Un salto nel buio della burrasca in fiamme.
E la mezza luna sospesa tra il gelsomino.
Bianco su bianco con un pizzico di rosa.
Un leprotto e uno scoiattolo attraversano la strada: incidono con la corsa la vita tra le ruote.
Il guizzo che scompare di vita animale crea una coincidenza che fa da segnale.
Un rischio che trova una via di fuga e di salvezza.
Si accumulano così i vettori, le indicazioni.
Potessimo cogliere e leggere gli altri/alti piani.
Slittare in verticale allontanando la piatta orizzontalità.
Pre- vedere o semplicemente vedere quel che accade
scogliendone i nodi nella trama di pizzo, nell’intricato trine.