Il sogno secondo Jung

I sogni sono una testimonianza dell’esistenza dell’inconscio in quanto rappresentano il mezzo privilegiato, la vita regia attraverso cui i messaggi dei visitatori notturni giungono a noi.

Jung si discosta dall’interpretazione freudiana dei sogni. Niente simbologia fissa, basta con la lettura prettamente sessuale e di censura, basta con le associazioni.

Secondo Jung l’analisi dei sogni è il problema centrale del trattamento analitico, perché è il mezzo tecnico più importante per aprire una via d’accesso all’inconscio.

Noi sogniamo i nostri problemi, le nostre difficoltà.

Ultimamente sogno spesso di non riuscire a comunicare con il telefono o perché ho dimenticato il numero, o perché il telefono non funziona. In effetti sento il problema di una mancata corretta comunicazione con una persona. Comunicare per me è essenziale.

La paura principale nei confronti dell’inconscio è che nell’inconscio dimentichiamo chi siamo.

Dimentichiamo la nostra maschera che ci protegge.

Una donna piange perché è annoiata, stanca, arrabbiata, felice, qualsiasi cosa ma non perché è triste. Le sue emozioni sono sempre intenzionali, può lavorare con le emozioni. Un uomo non ha mai emozioni intenzionali, non può essere analizzato secondo le sue emozioni se lavorate con le sue emozioni s’instupidisce, e questo è distruttivo. Una donna al contrario può essere analizzata soltanto attraverso le sue emozioni: le sue emozioni sono così fruttuose! Il suo vero essere è l’Eros.

Il sogno è un tentativo di farci assimilare cose non ancora digerite. È un tentativo di guarigione.

Quando non vogliamo razionalmente vedere ciò che siamo ecco apparire una sorta di infezione che si concretizza nell’inconscio e si rivela nel sogno.

I nostri sogni ci informano su tutte le cose che non vanno nella nostra psicologia, nel nostro mondo soggettivo, sulle cose che dovremmo conoscere di noi stessi.

Analizzare i sogni, tenerne conto è importante per capire quali sono realmente i nostri problemi che, durante la vita diurna, desideriamo tacere o tenere sotto controllo. Per questo, quando è possibile, li scrivo su un taccuino.

( Le parti in corsivo sono tratte da Seminari – Jung )

13 pensieri su “Il sogno secondo Jung

  1. Io faccio sempre sogni strani, quasi sempre sogno gente che non conosco, in molti casi si tratta di ambienti di lavoro, ma non sempre. Spesso sogno posti che nella realtà non ho mai visto 🤷‍♂️👍🙄😊😉

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  2. Ho sogni ricorrenti quando sono preoccupata per qualche cosa che temo di non riuscire a risolvere. Mi ci sono abituata da molto tempo. Per gli altri sogni invece sono un’accozzaglia di cose viste, udite, pensate, nell’arco della giornata o dei giorni precedenti, rielaborate dal cervello che ne ricava graziosi filmati dei quali riconosco l’origine.. Buona giornata Eletta. Partecipi anche tu al gioco di Guido?

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