Solito punto

Siamo, o meglio sono, al solito punto.

Tanto per far capire farò un esempio.

Una mia amica mi dice di prenotare un ristorante che viene su in montagna. Prenoto.

Mi fa sapere, con un messaggio, che quel giorno non può e mi dà un’altra data. Disdico e riprenoto.

Mi rimanda, dopo qualche giorno, un messaggio WhatsApp scusandosi: anche quel giorno non è possibile.

Rispondo: Ok, ma la prossima volta prenoti tu.

Teniamo conto che la proprietaria del ristorante è anche la persona con cui chiacchiero ogni mattina a colazione, visto che sono puntualmente la prima cliente.

Bene. La mia amica un giorno sí e poi no, un altro giorno sí e poi no, non l’ho più sentita. Si è arrabbiata perché si è comportata in modo poco corretto? Non ha capito che per ben due volte mi ha messo in difficoltà? Io qui ci abito.

Allora: la domanda fondamentale è questa.

Con chi non capisce da solo, con chi non è in grado nemmeno di fare una telefonata per scusarsi devo spiegare io che questo non è il modo di agire? Io non ho più telefonato.

Questo è un esempio banale. Ma l’interrogativo è questo.

Serve, è utile, spiegare parlare comunicare con chi non ci arriva da solo?

Queste persone che pensano di fare il bello e cattivo tempo a loro piacimento vanno lasciate nel loro brodo esistenziale a macerare? E amen?

27 pensieri su “Solito punto

  1. Certo dopo il secondo caso mi seri comportato anch’io così. “Quando decidi di venire, prenota tu personalmente”.
    E ancora se non sai programmarti le giornate lascia perdere. Quando hai deciso, sali e si pranza senza prenotazione se si può.

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  2. Forse queste persone devono cuocere a fuoco lento nel brodo della loro stessa importanza. E quando viene consumato, buttare i resti nella spazzatura.

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  3. Ciao.. da tempo sostengo che il peggiore e più devastante dei social è whatsapp, per il suo essere subdolo intrinsicamente. Rende tutto gassoso, evaporante.. un messaggio e chiudo… quando tra persone ci si deve chiamare per dire: sai vengo.. oppure mi spiace non posso.. al fine di capire/intuire lo stato emotivo che vi è nell’altra persona. Già notai questo andazzo generale 20 anni fa con gli sms. Oggi con WA è amplificato all’ennesima potenza. Credo di esserne affetto pesantemente anche io. Pertanto non voglio fare la morale a nessuno. Sono il primo ad autobiasimarmi.

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