Cercare tenacemente ciò che vuoi

Penso che ogni cattiveria nasca da una profonda ignoranza.

Non nel senso di mancanza di cultura, ma nel senso letterale: di chi ignora, e non sa. Non sa perché manca di consapevolezza, di autoanalisi.

Se una persona sapesse calcolare le conseguenze delle proprie azioni. Cioè vedere un poco più in là della punta del proprio naso. Causa, effetto, conseguenza.

Come muovere le pedine sulla scacchiera. Ci vuole strategia nel gioco, se si vuol vincere.

L’ignorante, invece, non comprende l’interconnessione tra ciò che fa e le rovinose cadute conseguenti.

Lo fanno i tiranni, che muovono le leve del potere. Ma lo fai anche tu: piccolo insetto nel termitaio. Piccolo essere meschino che non vedi. Non pensi. Non comprendi.

Tutto è strettamente legato. Inutile vedere il marcio fuori dalla finestra e blaterare, se hai lo sporco in casa.


Mesi dopo le avrebbe detto:

– Perché sei venuta a cercarmi quel pomeriggio?

– Volevo vedere se c’era qualcuno con te.

– E quando hai visto?

– Ho pensato: perché non io?

– Fai sempre questi calcoli?

– Non sono calcoli. È cercare tenacemente ciò che vuoi.

E, soggiunse: Smettere di cercare ciò che non vuoi più.

Philip Roth – L’umiliazione


Cercare tenacemente ciò che vogliamo e smettere di cercare ciò che non vogliamo più.

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