
Nel bar grande ci siamo solo noi. Fuori il cielo plumbeo e le due donne con il caffè fumante.
Lei mi chiede se, per caso, sto con lui per la paura di star sola. Così è, le dico, come per tutti quelli che scelgono un compagno o una compagna di cammino, di via, per un piccolo o ampio pezzo di percorso in questa strana vita in cui abbiamo migliaia di amici virtuali e nessuno reale.
Nel ventaglio dei possibili delle piatte o acute motivazioni per cui si sceglie di stare con una persona, con quella e non con un’altra, c’è una mescolanza di destino fato caos cause che non cerchiamo neppure di capire, c’è che molti altri ( o altre) si sono affacciate alla porta e hanno bussato, ma per una ragione o l’altra non sono entrate o non le abbiamo fatte entrare.
C’è un brulicare di incontri negli incroci: un effimero sfiorarsi senza fermarsi. Poi arriva lui, o lei e qualcosa nasce diversamente appiccoso e stabile, ci pone su un binario dove sferragliamo uniti nella medesima dimensione spazio temporale con diversi scossoni e fermate. Eppure si prosegue.
C’è quindi la paura di rimanere ancora soli unita al suono inconfondibile del tono della sua voce, dalla linea del profilo del suo naso, dagli occhi, dai capelli, dal modo ondulatorio della camminata, dall’odore inconfondibile del suo corpo. Solo suo.
Per la paura di star da soli o per la gioia di condividere un frammento di vita con un altro.
Perché in due è più difficile vedersi allo specchio costringersi a una verifica continua del nostro profondo essere.
Perché si può contare su un altro e sapere che c’è qualcuno che può correre accorrere esserci se noi abbiamo bisogno anche solo di una spalla su cui piangere o un compagno di giochi con cui ridere.
Per un infinito ventaglio di ragioni dopo che parte della nostra storia è crollata alle spalle e ricostruire appare così difficile come dopo un uragano un terremoto un cataclisma.
Alzi la mano chi veramente sta bene da solo/sola. Sempre ogni giorno sempre uguale con momentanei compagni di letto sempre diversi e qualche uscita a cena. Non cerchiamo in fondo tutti un partner stabile? Non sono costruiti tutti i film romantici e le commedie sul medesimo tema? E gran parte dei romanzi? Non è questo il brodo di coltura ( e non cultura ) che ci ha cresciuti? Poi ci sono i palliativi poi c’è chi si accontenta poi c’è chi crede che l’amore non esista e l’innamoramento sia sola suggestione.
La mia amica mi guarda sorpresa quando le dico che anche per questo, ma non solo per questo, io scelgo di stare nonostante i precipizi e le burrasche con lui. È sorpresa perché nessuno ammette che è anche per questo. Eppure.
Eppure…
Al cuor non si comanda!
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A meno di essere un freddo essere razionale 😎
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Eppure esiste!
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Penso anch’io che i rapporti intensi siano rari. Di mio, mi piace avere i miei spazi, non essere condizionata dal volere altrui, essere libera di scegliere… Perciò per me la solitudine è sacra. Inoltre, mi ritengo fortunata nell’avere una famiglia di origine molto presente che non mi fa mai sentire sola. Faccio più fatica con le persone esterne alla mia cerchia, perché è davvero difficile che altri accettino la mia necessità di starmene per conto mio, di non partecipare a tale ricorrenza e così via. C’è solo un’amica che lo accetta e rispetta, e mi conosce sin dall’infanzia.
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Siamo molto simili, allora. Ti capisco: le persone come noi sono difficili da accettare
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Forse ci vorrebbe un periodo di solitudine alternato a un periodo di compagnia …
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E… e. Invece di assolutismi inutili 😎
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Stare da soli ha come le medaglie due facce. Una positiva, una negativa. Quella positiva, si fa per dire, è che in teoria sei libero di muoverti, di pensare, di agire senza condizionamenti. Quella negativa è il peso della solitudine, del non poter comunicare e confrontarti con l’altra/altro, di non poter contare su nessuno.
Per chi come me ha fatto un lunghissimo percorso insieme il pensiero, credo sia reciproco, di rimanere un giorno senza l’altra/altro è insopportabile e nemmeno di voglio pensare.
Il tuo post mi ha fatto riflettere perché il poter contare su un partner non solo nei momenti del bisogno ma anche nel quotidiano è fondamentale quando si superano certe colonne di Ercole.
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È una riflessione che ho fatto diversi anni fa e volutamente colloquiale e volta a considerare tutte le sfaccettature. Ancora oggi, anche tramite le esperienze delle mie amiche, mi rendo conto che sono davvero rare le coppie che funzionano…
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Secondo me no. Se penso alle coppie che mi sono vicine, agli ex compagni del liceo e dell’università in numero non è piccolo. Che sia un problema di annate?
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mi piace la franchezza del tuo dire e il modo musicale in cui lo dici.
🙂
ml
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Ti ringrazio di cuore 💙
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A me la solitudine pesa, ma forse mi pesava di più la solitudine che provavo nella vita di coppia
Purtroppo la mia memoria selettiva mi ha fatto quasi dimenticare quel disagio, devo sforzarmi per ricordarlo … e allora mi sento ancor più sola
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🤗 Sentirsi soli in coppia è più deprimente che sentirsi soli da soli 🙃
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😢
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Personalmente sto molto bene da solo.
Per avere solo le briciole di tempo, per dovermi adattare, per scendere a compromessi, preferisco stare da solo.
Baratterei la mia solitarietà solo per un rapporto intenso, da romanzo o film.
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Questo testo è stato scritto diversi anni fa. Lo stile è volutamente alla Javier Marías. Anch’io sto molto bene da sola. Per un rapporto intenso tutti baratteremmo tutto. Il problema è trovare un rapporto intenso. Chi lo ha vissuto o lo vive é davvero molto fortunato 🍀
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Eppure….👏
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