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Non posso

Vediamo di iniziare il nuovo mese con due semplici considerazioni:

Nessuno nasce santo. E va bene non giudicare, e va bene cercare di capire quali sono stati i traumi infantili adolescenziali e postumi, e va bene mettersi nei panni dell’altro, e va bene pazientare tollerare aspettare senza aspettative, e va bene tutto ma ogni tanto un bel vaffanculo ci sta tutto.

Siamo imbottiti di telespazzatura finto psicoanalizzante in cui viene esposto lavato e appeso tutto il passato di ogni persona perché fa spettacolo.

Dietro ogni persona c’è una storia di sofferenza. Punto. Alzi la mano chi non ha mai avuto attimi di dolore. Per colpa della mamma del padre dei fratelli della vicina di casa dell’amica della insegnante o dell’allenatore dei compagni degli amici dei fidanzati dei mariti dei figli e del mondo.

A tutti sembra così pesante la propria croce perché non hanno provato a prendere sulle spalle quella dell’Altro.

Basta lamentarsi. Il passato serve per costruire il presente e il futuro. Chi si crogiola nelle melmose acque del passato non può costruire un presente “pulito”. Per rigenerarsi ed essere persone positive occorre lavorare ogni momento attraverso la consapevolezza ed evitare di spaccare le scatole al mondo perché talvolta si può incontrare una vecchietta che ha finito le mollette.

18 risposte su “Non posso”

Non fa una piega.

Vivo sulla mia pelle proprio in questo lungo periodo i danni generati da traumi che altri hanno subito nei loro passati: basta, adesso basta.
Il passato, se proprio vogliamo essere puntuali, non c’è, non esiste, perché non è più; quindi, il tuo discorso è perfettamente aderente rispetto all’attualità, al momento istantaneo che è l’unico realmente esistente.

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Sono quasi del tutto d’accordo con te o forse anche completamente d’accordo.

Credo che il viaggio dentro i propri traumi vada fatto e sia fondamentale conoscere le proprie ferite antiche.
Altrimenti non puoi essere libera/libero, ma ti porterai sempre una palla al piede: starai male senza sapere il perché.

Il “basta lamentarsi” non deve significare censura: se c’è qualcosa che non va bisogna dirlo ed analizzarlo nelle giuste sedi (non certo in TV).
Serve dare un nome e una forma al problema e affrontarlo.

Fatto questo viaggio introspettivo all’Inferno, si può così risalire in Paradiso e solo allora sono d’accordo col “basta lamentarsi”!
Solo allora sono d’accordo nel non voltarsi più indietro, per non diventare statue di sale.

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Perfetto. Sono d’accordo. Occorre guardare in faccia i propri traumi e cercare di capire e superare. Se si è in grado da soli, altrimenti è bene farsi aiutare. Poi serve tanto tanto lavoro quotidiano per valorizzare il positivo e non impantanarsi nel fango o sabbie mobili del passato. Leggere meditazione lavoro sul respiro e sul sorriso. Buona giornata e grazie per il tuo apporto

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Lamentarsi, hai ragione, non serve, ogni problema, e anche ogni dolore andrebbe fronteggiato. Ovviamente ci può essere molta differenza tra un problema, o un dolore, e l’altro. Abbiamo anche del dovere verso noi stessi di cercare di stare meglio possibile, anche se questo può non voler dire “stare bene”. Su chi porta gli affari suoi in tv, stendo un velo pietoso

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Spesso chi si lamenta sempre è perché vuole essere al centro dell’attenzione ma l’unico risultato che si ottiene è tenere alla larga le persone. Invece che perdere tempo a lamentarsi sarebbe opportuno darsi da fare per provare a cambiare le cose che non vanno … e non vedo altre alternative. Un saluto

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