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Comportamenti

Non posso

Vediamo di iniziare il nuovo mese con due semplici considerazioni:

Nessuno nasce santo. E va bene non giudicare, e va bene cercare di capire quali sono stati i traumi infantili adolescenziali e postumi, e va bene mettersi nei panni dell’altro, e va bene pazientare tollerare aspettare senza aspettative, e va bene tutto ma ogni tanto un bel vaffanculo ci sta tutto.

Siamo imbottiti di telespazzatura finto psicoanalizzante in cui viene esposto lavato e appeso tutto il passato di ogni persona perché fa spettacolo.

Dietro ogni persona c’è una storia di sofferenza. Punto. Alzi la mano chi non ha mai avuto attimi di dolore. Per colpa della mamma del padre dei fratelli della vicina di casa dell’amica della insegnante o dell’allenatore dei compagni degli amici dei fidanzati dei mariti dei figli e del mondo.

A tutti sembra così pesante la propria croce perché non hanno provato a prendere sulle spalle quella dell’Altro.

Basta lamentarsi. Il passato serve per costruire il presente e il futuro. Chi si crogiola nelle melmose acque del passato non può costruire un presente “pulito”. Per rigenerarsi ed essere persone positive occorre lavorare ogni momento attraverso la consapevolezza ed evitare di spaccare le scatole al mondo perché talvolta si può incontrare una vecchietta che ha finito le mollette.

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Anima,

Pensieri turbinanti

Immagine di R. L.

Qualcuno mi ha offeso. Più di una persona mi ha offeso profondamente. Mi è difficile, estremamente difficile non reagire.

Con queste persone so che non porterebbe bene reagire e spiegare che il loro comportamento mi ha offeso, è stato violento e poco compassionevole e amorevole.

Un tempo avrei gettato saette. Noi scorpioni siamo molto vendicativi e non ne facciamo passare mezza, agli altri e a noi stessi.

Sono anche in un periodo stressante. Quindi occorre imporsi un attimo di riflessione e silenzio. E stare fermi.

Non reagire. E cercare la calma interiore. Stare bene con se stessi e tacitare il ribollire del risentimento. Per favorire questo io trovo meditativo passeggiare nella natura in silenzio.

E, dopo molto tempo, trovare uno spazio per leggere. Fare silenzio e ritrovare la quiete interiore.

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Comportamenti

Persone

Ci sono persone vere e persone false. Ci sono persone che vampirizzano tutta la tua energia e persone che, invece, donano energia. Ci sono persone che ti fanno sorridere e ridere e ti allietano la vita e ci sono persone, invece, capaci di rovinarti ogni raggio di luce.

Ci sono persone che amano il bene e, invece, persone che lavorano nel male. Ci sono persone che cercano faticosamente di modificare il proprio comportamento lavorando sul proprio sé, e persone che non hanno nemmeno consapevolezza dei limiti del proprio sé.

Ci sono persone che invidiano la bellezza e ricchezza degli altri, ma non sanno costruirsi una propria bellezza e ricchezza interna. Ci sono persone arroganti e prepotenti che pensano di essere il centro del mondo e tutti a servirli. Ci sono persone grate di servire in silenzio senza chiedere nulla.

Ci sono persone che non sanno curare. Che non hanno cura. La gentilezza è parola sconosciuta alla loro anima. Così come il garbo e la cortesia. Hanno occhi, ma non vedono. Hanno orecchie, ma non odono.

Dove andrò a vivere tra poco sarò all’ombra di una chiesa. Non sono credente, ma se la porta sarà aperta, entrerò a fare silenzio.

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Attimi

Esterno interno

Visto il caldo torrido stamattina sono stata all’esterno e nel pomeriggio ho preferito stare all’interno.

La casa protegge dalla forte calura nel pomeriggio. Mentre la mattina presto è piacevole stare a bordo d’acqua del ruscello a sentire musica (con gli auricolari) e dipingere. Il caldo era talmente forte che riuscivo a tenere i piedi a mollo per più di un minuto…

Esterno/interno. Ci sono persone che curano molto l’apparenza dell’esterno della propria casa. Il prato rasato, i fiori accostati perfettamente per colore forma e dimensione, gazebo, sdraio, gerani alle finestre…

Ci sono persone che curano molto l’interno della casa. Entri e senti un buon profumo di fresco e pulito, ordine e pulizia, cuscini ben allineati e assortiti sui divani, mobili scelti con cura e buon gusto.

Sarebbe interessante fare una correlazione psicologica tra le persone che curano maggiormente o solo l’esterno e persone che curano maggiormente o solo l’interno.

A mio parere se c’è un buon equilibrio la persona dovrebbe curare sia l’interno che l’esterno della propria casa.

Se, invece, c’è disequilibrio per cui una persona cura in modo ossessivo l’esterno (il prato del giardino dev’essere sempre curato e guai se l’erba cresce ad esempio…) e nel contempo se ne strafrega dell’interno tanto quello che c’è dentro interessa solo a chi ci vive, e i muri sono opachi per cui nessuno vede dentro…

In questo caso, a mio parere, c’è un disequilibrio poco sano che potrebbe indicare una personalità narcisistica: guardate passanti e vicini come tengo bene il mio giardino come accosto meravigliosamente fiori e colori, come sono costosi e belli i gerani alla mia finestra…

C’è una mia vicina che ha un orto gioiello. Le prose perfette, la verdura che sembra di plastica, ordine e perfezione e nemmeno un filo d’erba selvatica… Peccato che il tavolo della sua cucina su cui taglia miss perfezione verdura è a dir poco sporco, l’interno della casa non ha un gesto di cura.

Come sempre e regola che vale per tutto: è una questione di misura ed equilibrio. Curare sia l’interno che l’esterno della propria casa è un bene.

Esattamente come è bene curare sia l’esterno che l’interno della propria persona.

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Comportamenti

Nemo

Non so se capita anche a voi… Nemo profeta in patria.

Io l’ho provato – e lo provo ancora – molte volte. Le persone più vicine sono in realtà le più lontane.

Ho avuto stima vicinanza affetto più dalle persone lontane – anche geograficamente – che da quelle che avevo non dico in casa, ma quasi.

Mi capita ancora oggi. Anche qui in questo luogo virtuale nel quale ricevo attestati di stima che ricambio, e attenzione e interesse.

Le persone che ho vicine se ne strafregano di cosa penso, di come vivo e del perché. Le persone vicine sono curiose magari della vita del vicino di casa e manco sanno di me. Ogni persona è sconosciuto a se stesso. E anche agli altri. Dovremmo essere sempre curiosi dell’Altro perché l’Altro è l’inconoscibile. Per questo a me piace chiedere per conoscere.

Ci accontentiamo della scorza e ci annoiamo di quel che appare. Solo gli innamorati non sono mai sazi di vedere e sapere chi è davvero l’Altro.

https://masticadoresitalia.wordpress.com/2022/07/11/nemo/

Ringrazio per la pubblicazione

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Attimi

L’acqua fa meditare

In queste giornate così calde non c’è nulla di meglio che cercare un posto isolato, fuori dal mondo, sedersi su un masso e guardare l’acqua che scorre.

Una goccia che va. La vedi e già è via. L’acqua è in continuo movimento e non torna mai indietro. Mi racconta che nulla è stabile. Tutto è in quell’istante in cui tu la guardi e lei è già altrove.

Siamo così radicati abbarbicati a un piccolo attimo che è già oltre. Il dolore che avvertiamo è impermanente.

Tra poco, tra mesi e anni, sarò ancora su un masso e tutto sarà così cambiato. Forse non sarò mai più su un masso, ma l’acqua continuerà la sua perenne corsa. Forse.

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Ethos

Siamo

Siamo persone serie…

Sono così e cosà…

Chi siamo lo dimostrano i fatti, e non le parole.

Purtroppo ho avuto modo di conoscere persone davvero poco serie: me ne sono accorta dai fatti e non dalle loro parole. Io accetto e sopporto tutte le parole storte rovesciate illogiche… Ma non sopporto i fatti poco logici sgrammaticati e storti.

Allora non perdono.

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Riflessioni

Sofferenza avventizia

Gli antropologi sono da sempre interessati a ciò che rende gli esseri umani diversi dagli altri animali.

Oggi sappiamo che gli esseri umani sono la specie che ha inventato il microonde, il ballo da sala e come insegnare ai bambini a usare il water.

Ma, cosa ancor più notevole, gli esseri umani hanno inventato la sofferenza avventizia: la capacità di provare dolore e sofferenza per ciò che è stato, per ciò che potrebbe essere o per ciò di cui fa esperienza qualcun altro.

… Il concetto chiave nello studio dello stress è questo : se siete una zebra e un leone vi balza addosso, addentandovi provate dolore, correte per salvarvi la vita e il vostro corpo fa cose stupefacenti.

Cose che sono esattamente quelle necessarie per sopravvivere.

Se siete un essere umano che soffre di dolore avventizio, il vostro corpo fa esattamente le stesse cose, ma se le fa per un tempo prolungato, vi ammalerete”.

In spiaggia mi piace osservare le coppie. La situazione ambientale è tra le più idilliache. Mare blu, acqua calda e trasparente piena di pesciolini, scogli e macchia mediterranea. Lettini e ombrelloni.

Eppure mi è capitato di vedere poche coppie in situazione rilassata e armoniosa. Senza stress. Mi ha colpito l’amore e la pace che emanava dalle schiene di un lui e una lei che stavano abbracciati a guardare il mare.

Come sa chi mi legge sono una sintetica e, quindi, non mi dilungo troppo a spiegare per filo e per segno che cos’è la sofferenza avventizia. Rimando alla lettura del libro: La meditazione come medicina – Dalai Lama Jon Kabat-Zinn Richard J. Davison

C’è modo di lavorare per il proprio benessere fisico e mentale allontanando lo stress causato da noi stessi per una errata concezione della vita egocentrata. Lo stress in situazioni di pericolo è salutare, se non ci sono situazioni di pericolo è fatale per la nostra salute. La ruminazione mentale su ciò che è stato e ciò che sarà è un fattore di stress. Impariamo a vivere nel presente con gratitudine e un senso di appartenenza all’universo. Impariamo a fare bene, stare nel bene e lavorare per stare bene.

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Attimi

Felicità

https://youtu.be/NXSE8pCnHLc

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Attimi

Riordinare

Ogni tanto riordino e vaglio. Guardo scelgo strappo getto butto salvo.

Riordinando saltano fuori i fantasmi. Si solleva la polvere del passato. Oggi mi son detta : che bei lavori hai fatto!

Ho riletto progetti di corsi che ho tenuto. Proprio percorsi interessanti e nuovi che non coinvolgevano solo le capacità visive, ma tutto il panorama sensoriale. Mani, tatto, suoni, sentire, udire, parlare, avvertire, sussurrare, ascoltare e vedere vedere vedere.

Tutto partiva da un foglio bianco di carta. Magari dopo l’estate ne scriverò nel tag: Imparare a vedere per imparare a disegnare.

Quando si realizzano buone cose si è soddisfatti perché si è lavorato bene. E questo è il migliore dei guadagni. Resta dentro di noi con un sottofondo che ha un buon sapore e colore.

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Tempo

Scorrere il tempo

Mi piace scorrere le immagini del tempo che fu. Con il digitale in un attimo si ha percezione del tempo che passa, di ciò che è stato e non c’è più, delle trasformazioni e crescite. Delle mancanze.

Un pranzo in vetta con amici. Il mio gattino così piccolo prima che diventasse una lince… Il mio braccio ingessato. Il lago ghiacciato. Il giardino bianco di neve. Le mie gambe stese a tremila a vedere il cielo dietro la catena montuosa. L’amica che non c’è più. Il giardino zen che l’alluvione ha spazzato via.

Google foto mi permette di sbirciare le immagini di tre, due anni fa. E ogni volta resto stupita sui cambiamenti mutamenti e trasformazioni. Com’era la mia casa prima che diventasse mia. Com’era la mia vita prima che scegliessi di vivere definitivamente in montagna.

Tutto cambia. Nulla è permanente.

Eppure siamo così stolti da tenerci saldamente attaccati a una zattera di nulla.

Vivere il momento. Vivere l’attimo fuggente. Goderlo a pieno. Questo è quello che vale. Il passato resta nei fotogrammi, nelle istantanee. Il futuro è già oggi.

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Attimi

Ogni giorno

Ogni giorno scegliamo come vivere il nostro tempo : se nel bene o se nel male. È un atto egoistico, nel senso più buono del termine, perché se scegliamo il bene staremo bene. Ci doneremo ben-essere.

Sembra retorica, ma non è così semplice da capire. Siamo noi e solo noi a scegliere la strada: chiunque incontreremo e con chiunque ci scontreremo. Accidenti incidenti o deficienti.

Essere forti vuol dire avere consapevolezza che chi sbaglia – in certi casi – è altro. E non noi. Come ho già scritto fino alla nausea ciascuno è responsabile di quello che dice e che fa. Chi ci offende o ci tratta male fa del male a se stesso e vive male.

Una persona sana mentalmente è consapevole e se sbaglia un comportamento ( arroganza maleducazione prepotenza…) chiede scusa. Perché ha ferito e offeso. Ha agito nel male. Ha creato dissonanza. Ha rotto l’armonia.

Una persona non sana mentalmente neppure si accorge di agire nel male.

Lavorare per ricevere il male senza scomporsi è un cammino lungo e difficile. Ma basta capire che non è in nostro potere cambiare tutte le cose rendendo consapevole chi non lo è.

Importante è non farsi contaminare dall’energia negativa e procedere stando bene. E rimanere sulla strada del bene.

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Attimi

Persone che

Ci sono persone che vivono nel passato. I loro racconti hanno sempre la testa rivolta all’indietro: quando ero giovane facevo, a vent’anni ho fatto, quando ero al mare con la mia fidanzata, quando facevo subacquea con mia moglie…


Sono persone che difficilmente sanno pro-gettare nuove esperienze. Spesso ripercorrono le strade e i percorsi già agiti. Tornando sui luoghi della nostalgia per incontrare i loro fantasmi. Fantasmi che non hanno mai lasciato andare e che tornano la notte, mentre guardano il cielo stellato con una lacrima nostalgica che lenta scende.

Spesso queste persone sono persone depresse, non hanno sguardo per il futuro. Stanno giù pressati.
La testa china mentre camminano. Non sorridono, non comunicano, chiusi serrati nel loro dolore. Stare con una persona cupa chiusa non è facile per cui invece di avvicinare, allontanano e rimangono sempre più soli.

Ci sono persone, invece non hanno catene a tenerli nel passato. La memoria del già agito è appannata. Lontana sfumata. Quando passano nel presente è già futuro. Non ci sono ganci a tenerli. Non cercano fantasmi. Non sentono nostalgia.

Difficilmente hanno radici e sono pronti a inventarsi nuove situazioni in diversi ambienti.
Prendono il bello che c’è in ogni situazione, aperti ai momenti di fuggevole felicitá.

Ci sono persone che, ricordando e facendo tesoro delle esperienze passate, sanno costruire momenti nuovi. Sanno cogliere la piccola felicità di un attimo: il sole che rivela forme trasparenze tra le ali di una nuova farfalla.

Ci sono persone che non trovano pace pensando che l’avevano – la pace l’amore l’armonia – e l’hanno persa.

Non si può tornare indietro ad aggiustare l’orologio che si è smontato.

Sono stolti che non fanno altro che replicare i propri errori, fuggendo l’attimo presente.

Mancano di consapevolezza: credono che l’accaduto non sia prodotto della propria responsabilità.

Invece, che ci piaccia o no, noi siamo i principali agenti di ciò che viviamo.
Tocca a noi, non ad altri, scegliere di modificare il corso degli eventi scegliendo quale direzione prendere ora, ora. Vivendo con consapevolezza l’attimo fuggente.

Poi, ci sono cose che, semplicemente, accadono. Come un terremoto. Non possiamo fare nulla se non inchinarci alla forza e necessità del cosmo. Abbassare l’arroganza e accettare il gioco del caos. Come in questo maledetto periodo di pandemia. Ottimo momento per verificare se sappiamo vivere con consapevolezza ogni singolo piccolo attimo.

Anima mia, io ti insegnai a dire ” oggi ” come fosse ” un giorno ” e un ” tempo “, e a danzare al di sopra di ogni ” qui ” e ” lí e là ” la tua danza circolare.
Nietzsche

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Attimi

Gratitudine

Immagini fotografiche di Eletta Senso

Per chi è sano, per chi si sveglia senza handicap, per chi non ha problemi economici gravi, per chi in questo periodo di estrema stanchezza e fatica da corona virus non ha situazioni aggiuntive di stress, sarebbe bene ogni mattina sentire un senso di gratitudine e ringraziare.

Ringrazio di avere due gambe che mi portano dove desidero

Ringrazio di avere due braccia e due mani per manipolare oggetti e assolvere alle incombenze quotidiane

Ringrazio di avere un cervello che mi permette di pensare

Ringrazio di avere una bocca che mi permette di parlare

Ringrazio di avere occhi che mi permettono di vedere

Ringrazio di avere orecchie che mi permettono di udire suoni

Ringrazio di avere un cuore che pulsa e batte e mi permette di amare…

Spesso diamo tutto per scontato, anche di svegliarci in buona salute. Solo quando ci capita un incidente un accidente una malattia ci rendiamo conto…

L’uomo è spesso stupido: non è consapevole passa la vita a lamentarsi e piangere sul latte versato quando ormai è troppo tardi. Non è grato e consapevole del momento presente e di quello che ha.

C’è un mio vicino di casa che non fa niente tutto il giorno e quando lo vedo in estate spesso dice:

– Sto cercando di tirare sera…

Giorno dopo giorno perde i giorni tirando sera, fino a quando giorni non ce ne saranno più.

Sono sempre più convinta che per persone totalmente inconsapevoli vale il grido di Sileno:

Stirpe miserabile ed effimera, figlia del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto”.

Nietzsche

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Attimi

Non c’è inizio

Non c’è inizio senza fine. Uno strappo che libera da redini e lacci. In questo tempo in cui urlano gli alberi un’apparente morte, in questo tripudio orgasmico di colori e di caduta verticale danzante di foglie gialle, c’è un anelito implicito alla Rinascita.

Anche noi, ora, siamo sospesi a un filo come fluttuanti nel vento del Fato.

Credere al lento lavorio sommerso, a ciò che può rinascere con vivace esultanza significa avere salde radici. Che ci trattengono a terra – forti – nonostante le tempeste. Ragnatele invisibili, eppure tenaci, costruite nel tempo del nostro vivere.

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Attimi

Stracciare

Non rompere, non sporcare, non stracciare, non buttare…

Sarà per questi imperativi educativi che io, invece, amo stracciare e buttare.

– Fai male a stracciare le pagine dei taccuini perché sono una parte di te.

Erano una parte di me. Così come l’orma lasciata nella terra bagnata. Che l’indomani svanisce. Erano una parte di me. Così come il legno era parte del tronco che il tempo sfarina.

Io non sono più esattamente quella persona che ha scritto.

Infatti, rileggendomi, trovo sempre uno stato di straniamento. Di sorpresa e distanza.

Chi era quella donna con la scrittura obliqua e veloce su infinite pagine cromatiche? Dove sono finite le sue tracce? E il suo cuore?

Il mio fidanzato di un tempo amava molto la mia scrittura: stava incantato a vedermi scrivere. Gli piaceva il filo ininterrotto con cui erano legate tutte le lettere: il nastro, i salti e gli espedienti per cui la punta della penna non veniva mai staccata dall’inizio alla fine della parola.

Le mie parole erano collane le cui perle non si sfilavano mai.

Non ci sono più i “ti amo” e non ci sono più io così com’ero. Come scrivevo ieri: tutto scorre, tutto cambia, tutto si trasforma. Io non sono più quella persona che riempiva la sua cabriolet verde rana di abiti giacche pantaloni cinture camicie. Non mi interessa più ammucchiare roba. Solo libri.

Non sono più l’amante che ho strappato mariti a donne distratte. Non sono più la musa degli artisti. Non sono più la tonta che ha creduto all’amore “per sempre”.

Non c’è un “per sempre”. Ci sono fasi, momenti, passaggi, paesaggi diversi. C’è un percorso mai dritto, con svolte improvvise, deviazioni.

C’è un percorso di vita. Ogni istante utile, anche il più doloroso e grave, se ci serve per svegliarci e diventare più, solo un briciolo di più, consapevoli. Presenti. Vivi.

C’è un dispendio di energie per la metamorfosi.

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Anima,

In continuo cambiamento

Una delle cose che amo fare nelle giornate calde estive è stare in mezzo a un torrente.

Con cautela passo sui sassi e massi e, quando trovo un posto comodo, mi siedo. E osservo l’acqua che scorre.

Tutto passa, con l’acqua se ne vanno anche i pensieri. Nulla è permanente. Nemmeno il nostro corpo, nemmeno noi.

Sul libro che ho letto e di cui ho scritto giorni fa si dice:

” Sono il mio corpo? Dicono che ogni minuto che passa milioni di cellule del nostro corpo cambiano e si rinnovano, cosicché nel giro di sette anni non ci rimane in corpo nemmeno una singola cellula vivente tra quelle che avevamo sette anni prima. Le cellule vanno e vengono, nascono e muoiono. Dunque io sono il mio corpo? Evidentemente no”.

Dimostra più capacità di trasformazione il mio corpo di me. Le parti sclerotizzate sono nella nostra testa. Nel nostro dormire perenne.

“SVEGLIATEVI, SVEGLIATEVI! Siete adulti. Siete troppo grandi per dormire. Svegliatevi! Smettetela di trastullarvi coi vostri giocattoli”.

“L’io è qualcosa di diverso e di più rispetto al corpo. Continua a evolversi e cambiare, usiamo lo stesso nome per definirlo, ma cambia continuamente. Proprio come chiamiamo cascate del Niagara le cascate del Niagara, pur essendo costituite da acqua che cambia continuamente. Usiamo lo stesso nome per una realtà in continua evoluzione”.

È il nostro IO in continua evoluzione. Non il nostro sé. Legato a schemi gabbie dipendenze prigioni pregiudizi giudizi etichette stereotipi…

* Anthony De Mello – Messaggio per un’aquila che si crede un pollo

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Riflessioni

Buonumore come dovere etico

Immagine grafica di Eletta

In questo periodo sono sorte come funghi pubblicità di medicinali e integratori per proteggere e rinforzare il nostro sistema immunitario. Vitamine sali minerali e affini.

Si dimentica però di dire che la prima medicina per un sistema immunitario forte è stare bene emotivamente. Si sottovaluta, in questa condizione di stress a cui siamo sottoposti per le nuove regole, il peso e la pressione sul nostro benessere psichico. Solo in due situazioni televisive ho sentito dare l’allarme per un possibile aumento di violenza familiare e sulle donne.

Parlando con un amico dicevo che dopo questa emergenza sanitaria, una volta trovato il vaccino o il rimedio per il corona virus, ci sarà da affrontare un’emergenza emotiva: molti saranno i depressi, molti andranno fuori di testa. Senza tener conto, anzi aggiungendo, l’emergenza economica. Salteranno molti sistemi nervosi.

Già ora convivere in uno spazio ristretto con familiari, alla cui presenza non eravamo più abituati, comporta un alto livello di adattamento.

Naturalmente nella maggior parte dei casi le persone fanno di necessità virtù e riescono, anzi, a inventarsi un nuovo modo di stare insieme in buonumore.

Il buonumore in questo momento è un vero e proprio dovere etico perché nutre il gruppo o le persone che ci circondano di positività e implica una buona conoscenza di sé: so quali sono i miei desideri, ma so anche come smorzarli o rinunciarvi ora. Tengo conto dei miei bisogni, ma considero anche quelli altrui. Alleggerisco, invece di appesantire.

Le persone che non sanno donare buonumore sono persone ansiose e depresse, perennemente insoddisfatte. In questo periodo ansia e depressione abbassano il tono della nostra esistenza e, a sentire alcune ricerche, anche il nostro sistema immunitario disponendoci alla malattia. Purtroppo, una persona depressa abbassa il tono dell’esistenza anche di chi è vicino e quindi influisce anche sul sistema immunitario altrui.

“La depressione, prima di essere una condizione clinica, è un cedimento della memoria, è l’incapacità di rilanciare nel futuro un’esperienza di felicità”. Galimberti

La realizzazione di sé è il fattore decisivo per la felicità che non si trova fuori di sé. Ora che non possiamo soddisfare fuori di noi: acquistando viaggiando incontrando, possiamo trovarla solo dentro di noi nella compostezza della nostra anima.

Felicità e infelicità sono fenomeni dell’anima” – Democrito

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Riflessioni

Siamo noi

Acquarello di Eletta

Il fatto che noi siamo vissuti dalle forze della vita è solo una faccia della verità; l’altra faccia siamo noi che determiniamo la nostra vita in quanto nostro destino”.

L. Binswanger – Per un’antropologia fenomenologica – Feltrinelli

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Vita,

La sorella del sonno

Acquarello di Eletta

Nel primo giorno di questa inedita primavera – stagione in cui tutto rinasce – una riflessione relativa al binomio vita/morte.

Nel terzo libro della grande epica indiana, il Mahābhārata, uno Yaskșa, potente spirito, domanda a Yudhișțhira, il più anziano e saggio dei Pāņdava, quale sia il più grande dei misteri.

La risposta risuona attraverso millenni: <<Ogni giorno muoiono innumerevoli persone, eppure quelli che rimangono vivono come se fossero immortali>>.

“Io non vorrei vivere come se fossi immortale. La morte non mi fa paura. Ho paura della sofferenza. Della vecchiaia, anche se ora meno, vedendo la vecchiaia serena e bella di mio padre.

Ho paura della debolezza, della mancanza di amore. (…)

Amo la vita, ma la vita è anche fatica, sofferenza, dolore.

Penso alla morte come un meritato riposo. Sorella del sonno, la chiama Bach nella meravigliosa cantata BWV 56. Una sorella gentile che verrà presto a chiudere gli occhi e accarezzarmi la testa.

https://youtu.be/Lgk6qUeZW2c

Giobbe è morto quando era “sazio di giorni“. Espressione bellissima. Anch’io vorrei arrivare a sentirmi sazio di giorni e chiudere con un sorriso questo breve cerchio che è la vita.

Posso gustarne ancora sì

Ancora della luna riflessa sopra il mare

Ancora dei baci della donna che amo, della sua presenza che dà un senso al tutto

Ancora dei pomeriggi delle domeniche d’inverno, sdraiato sul divano di casa a riempire pagine di segni e formule sognando di strappare un altro piccolo segreto ai mille che ancora ci avvolgono…”

Questo scrive Carlo Rovelli nell’ultimo capitolo del libro: L’ordine del tempo. Un prezioso libretto la cui lettura consiglio a tutti.

Che altro aggiungere a parole così calde e sagge? Solo gli arroganti, che si credono immortali, non colgono questa quotidiana presenza della sorella del sonno per finalmente cambiare e cambiare in meglio, cambiare radicalmente i propri radicati egoismi. Per rinascere nuovi.

Aristotele pensava fosse così. Se nulla cambia, il tempo non passa, perché il tempo è il nostro modo per localizzarci rispetto al cambiare delle cose: il nostro situarci rispetto al conto dei giorni. Il tempo è la misura del cambiamento: se nulla cambia, non c’è tempo”.