
“… consideriamo la somatizzazione non come una malattia, ma come un linguaggio, possiamo dire che quando determinate circostanze rendono difficile o impossibile la diretta espressione verbale, l’individuo per comunicare non ha altra possibilità che ricorrere, come i bambini che ancora non sanno parlare, all’espressione somatica.
Non c’è dubbio che fenomeni quali la paralisi, le cecità, le sordità isteriche sono eventi che parlano da soli in termini più chiari di quanto non sia il ricorso alla parola che, in determinate circostanze, risulterebbe inascoltata… “
Questo Umberto Galimberti nel tomo dedicato al corpo.
Paralisi= non posso o non voglio muovermi, cecità = non voglio o non posso vedere, sordità = non posso o non voglio ascoltare.
Alcune persone creano una malattia come linguaggio perché non possono comunicare il loro vero bisogno sotteso. La malattia esiste, ma su uno strato sotteso che occorre identificare.
Intesa come linguaggio, la somatizzazione non è l’inganno di un malato di mente, ma l’estremo tentativo di un individuo incapace altrimenti di farsi ascoltare.
(…) sotto questo profilo la somatizzazione non è una malattia, ma un semplice mutamento linguistico allo scopo di orientare diversamente le azioni di chi ascolta.
Cosa posso dire a una persona con acuto malessere? Smettila? Cosa posso dire a una persona che non cammina? Muoviti?
L’individuo bisognoso di attenzione e cura, come un bambino, attraverso la somatizzazione ottiene quello che non può ottenere da sano: cura ascolto aiuto. Oppure, attraverso la malattia, può evitare incontri appuntamenti impegni che gli creano conflitto stress paura…
La comunicazione indiretta della somatizzazione (sto male) permette all’individuo di proteggere la propria dignità e il concetto di sé.
In una società che accetta le malattie dell’organismo, ma molto meno i problemi dell’esistenza, l’unica via praticabile resta quella di esprimere in termini di malattia somatica i propri problemi personali.
In questo delicato periodo della nostra epoca invece di curare l’organismo corpo nella catena di montaggio degli ospedali e dei centri di cura, smontando un pezzo radiografandolo analizzandolo pesandolo come parte a sé, sarebbe – a mio parere – opportuno affiancare, e talvolta sostituire una seria procedura di analisi e terapia psicoanalitica. Solo così : attraverso l’uso della parola un buon professionista può sgrovigliare l’intricata matassa del sintomo e della somatizzazione e sciogliere il malessere. Che è innanzitutto un malessere comunicativo.
4 risposte su “I messaggi del corpo”
Illuminante il paragrafo che collega la somatizzazione con la tendenza della società ad accettare la malattia fisica più di quella interiore. Post ricco.
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Ti ringrazio 🍂🍃🍁
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interessante è la correlazione linguaggio del corpo e bisogni della persona.
In effetti il nostro corpo ha un suo linguaggio neppure troppo occulta attraverso il quale la persona comunica non solo quello che hai scritto ma anche la voglia di socializzare, l’empatia verso qualcuno e tanto altro ancora.
Bella serata
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Il corpo comunica. Anche attraverso i sintomi. Ahimè! Buona serata 🍁🍃🍂
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