
Lo strazio della felicità sta sempre così
sospeso nel crepuscolo del presente.
Si viene sospinti da mutevoli giochi
cromatici, acrobatici, assimetrici.
Da mutevoli giochi fonetici. Un do mi fa.
La minima sfumatura crea vertigini da altezze abissali. Non so se.
Tutti mentono nascosti dietro il carapace mentale. Salgono ogni tanto reminiscenze dal fondo melmoso quando cercavi una fonte. Un lucido puro zampillo.
La stagnante malignità brulica di vermi. Dove c’è stagnazione c’è una stasi arsa. Cerco uno squarcio di luce nella torbida macchia. Uno stelo d’ascesa.
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