Suppongo che molti abbiano visto la davvero toccante testimonianza di Massimo Giannini ieri sera, a Otto e mezzo. Una trasmissione che seguo per la serietà e lo stile.
Se non si prova direttamente, se non si prova sulla propria pelle, se non si vede e si sente stando immersi in un’esperienza così terribile come quella di essere ospedalizzati in terapia intensiva per il corona virus, non si può capire.
Si può continuare a fare la propria vita come se niente fosse. Mascherina compresa e distanziamento sociale incluso. Fino allo stop. Fino al ricovero in cui tutto cambia perché, d’improvviso, ci si trova dentro l’inferno.
La camera “Pulito/sporco”, la “Pronazione”, l’ossigeno, la Terapia intensiva, la Morte.
Gli operatori sanitari sfiniti.
Ancora ieri, nel mio piccolo borgo dove vivo da sola, non ho potuto fare a meno di notare la “superficialità” di alcuni miei paesani. Molti senza mascherina. Molti che minimizzano.
Gli indicatori parlano chiaro: il virus circola in tutta Italia con un indice di trasmissione molto alto. I decessi aumentano. Si sta ipotizzando di chiudere Milano e Napoli. È tornata la conferenza stampa delle diciotto.
Rispetto responsabilità. Rinunce.
Nel nostro piccolo queste le parole. Rispetto delle regole. Responsabilità Individuale rinunciando a tutto quello che può essere “pericoloso”. Prima di finire a vivere, o a far vivere ad altri, esperienze drammatiche come quella vissuta e raccontata da Massimo Giannini.
Per quanto mi riguarda: non andrò a portare fiori sulla tomba dei cari il Giorno di ricordo dei morti. Li penso comunque i miei cari morti, capiranno se il giorno del rito evito l’affollamento del cimitero.

Parlano tutti del Natale. Assurdo. A meno di essere un commerciante coinvolto a livello di vendite… scusate ma: chissenefrega del Natale. Non sappiamo neanche se ci arriveremo al 25 dicembre e in che modo ci arriveremo.
Conviene vivere giorno per giorno. Scegliere di vivere in modo responsabile questo difficile momento.
Altro che negazionismo.
11 risposte su “Per tutti i negazionisti”
Abbiamo un problema economico, dietro il negoziante ci sono quelli che producono la merce , quelli che la portano, quelli che producono i prodotti per produrre la merce e via dicendo…..
Tutti senza lavoro……. Lo stato non ha un soldo, stanno facendo debiti su debiti. Forse far rispettare le leggi era più facile, invece che girarsi dall’altra parte, e far fare alle persone quello che volevano.
Ora la polizia per la strada alle manifestazioni ci sono , quando le persone ballavano tutti attaccati senza nessuna precauzione dov’erano ?
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Appunto: dove erano? Ho raccontato la mia estate qui: sembrava Rimini! Nessun controllo, nessuna regola, tutti ammassati come pecore a lamentarsi perché al rifugio non trovavano quello che volevano. Mah! Abbiamo un problema economico, come tutti. Basta vedere la Borsa a picco oggi non solo a Milano. Stasera Macron chiude la Francia. La Germania non è messa meglio… la priorità è la Salute, poi viene l’Economia a mio parere perché il mercato si basa su persone vive…
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e’ vero ci son stati ritardi, ma ci sono stati anche tanti che hanno minimizzato tutto addirittura negato che esistesse una emmergenza… e adesso siamo così,,,da capo
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Infatti. Sarà che per me è sempre meglio prevenire e organizzare prima… mah.
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Concordo!
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Sono d’accordo…e comunque a me il Natale non è mai piaciuto.
Ci siamo spinti troppo con questo consumismo a tutti i costi, produzioni di inutilità …
ben ritrovata Eletta 🙂
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Ciao stella 😉
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pur non avendo seguito la trasmissione di cui parli, comprendo molto bene la situazione critica che stiamo vivendo, e che sto osservando io stesso nella città in cui vivo. Lì almeno nella calma dei monti sono poche le persone che incontri, dovresti vedere qua in città, la mattina sui marciapiedi c’è così tanta gente che per scansarla devi camminare in mezzo alla strada. Certo le mascherine ci sono, anche se non tutti le indossano, ma questa vita che prosegue come nulla fosse la dice lunga su quanto la gente non abbia idea della situazione che stiamo vivendo. Se non fosse per le mascherine la vita qua sarebbe identica all’anno scorso, nessuna differenza….
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Incredibile quello che hai descritto. Qui siamo in pochi davvero. Stamattina in passeggiata non ho incontrato anima viva. Incrociamo le dita, ma non la vedo bene
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Hai espresso il mio pensiero, e mi associo anche alla mancanza di controlli che hanno permesso che arrivassimo a questa situazione. Personalmente sono in “allerta” dal 25 febbraio scorso, le precauzioni da osservare sono banali, non riesco a capacitarmi che tante persone (non credo la maggioranza, ma tante) siano state e siano così incoscienti, superficiali, disinformate. Non è un’influenza
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No, cara Paola, purtroppo non è proprio un’influenza. Io sono in allerta continua, come in primavera, ma non per me… per i miei cari lontani.
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