
Eppure danza
nel trine della galaverna
la intatta natura
– con minime scosse e trafitture
per la nostra perenne oscillazione
e i gorghi dei pensieri umorali.
Come se fosse una vendetta
di annoiati dei.
Si ergono assoluti e danzanti gli abeti
nell’intima immensità della coscienza cosmica.
Così solenni e belli
così essenziali.
Come fantasma gelida e silenziosa
è scesa la notte intenta nel ricamo.
