
Tu: fiore insipido e stupido pavone dai mille occhi che non vedono
sciocco infante celeste strillante ti nascondi nel piccolo foro come un topolino o ragno a tessere tele e fiele per avvolgerti
bruco filante
ma non subendo alcuna metamorfosi con soffocoso rantolo nell’angolo del box
esci dalla scatola marcia cammina agitati acqua frizzante e fumo
disperditi non trattenere funi e arpioni lascia il tuo cuore aperto ai flussi e deflussi: vivi
( So che potrà stupire qualcuno questo testo ma, da sempre, amo giocare con tutte le forme testuali e le diverse varianti: qui sono presenti solo due punti all’inizio alla fine di uno scorrere verbale apparentemente senza molto senso. Lo stile è il flusso di coscienza o monologo interiore ( stream of consciouness ) utilizzato da Joyce nelle celebri pagine dell’Ulisse scritte interamente senza punteggiatura e riprese da diversi scrittori moderni ).
Non ho capito niente, ma l’acquarello è bellissimo
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A volte è solo un gioco linguistico di richiami e assonanze un po’ ermetico
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Grazie per l’acquerello anche a me piace perché è fatto con due pennellate
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con due pennellate, dal capolavoro al pasticcio è un attimo. Less is more
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Sì, un attimo. Il gesto sicuro e fluido, insieme all’occhio, si ottiene con molto esercizio e molto stracciare
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molto stracciare 🙂
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😀
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