
Tu: fiore insipido e stupido pavone dai mille occhi che non vedono
sciocco infante celeste strillante ti nascondi nel piccolo foro come un topolino o ragno a tessere tele e fiele per avvolgerti
bruco filante
ma non subendo alcuna metamorfosi con soffocoso rantolo nell’angolo del box
esci dalla scatola marcia cammina agitati acqua frizzante e fumo
disperditi non trattenere funi e arpioni lascia il tuo cuore aperto ai flussi e deflussi: vivi
( So che potrà stupire qualcuno questo testo ma, da sempre, amo giocare con tutte le forme testuali e le diverse varianti: qui sono presenti solo due punti all’inizio alla fine di uno scorrere verbale apparentemente senza molto senso. Lo stile è il flusso di coscienza o monologo interiore ( stream of consciouness ) utilizzato da Joyce nelle celebri pagine dell’Ulisse scritte interamente senza punteggiatura e riprese da diversi scrittori moderni ).
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