Quando qualcuno mi chiede come sto, rispondo sempre:
Sto bene.
Mi chiedo, infatti, come è possibile non stare bene in un posto così bello. Qui le case sono un tripudio di fiori, i prati sono curati e nel campo pascolano cavalli bianchi. La mattina, in giornate splendide come oggi, non c’è che da scegliere dove andare a camminare.
In questo periodo, poi, alla passeggiata rintemprante si è aggiunto il piacere di cercare i funghi. Per quanto mi riguarda è più piacevole cercarli che mangiarli.
Oggi ho assistito a una scena davvero insolita: una ragazza con una grande gabbia tendeva le braccia verso un grande albero. All’inizio non capivo, poi ho visto che la porticina della gabbia era aperta. A lei si sono unite altre tre persone che guardavano su, fra i rami, a chiamare il fuggitivo. Forse un pappagallino.
Chissà, ho pensato: chissà se lui preferisce la libertà o la cattività? Chissà se dopo mesi o anni di prigionia è in grado ancora di volare. Chissà se sarà in grado di cercare il cibo da solo dopo anni di mangiatoia.
Ho lasciato le quattro persone con le braccia alzate verso il cielo e l’uccellino cinguettante tra i rami.
Ho continuato la mia passeggiata nel bosco con i girasoli alle spalle.
Sì, solo un idiota non sa godere di un posto così bello con una temperatura oggi ottimale e un cielo così blu. Ci sono persone che la prigionia se la costruiscono da soli: non sanno godere sentire vedere ringraziare vivere.
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