
Non colgo mai i fiori, se non con la Reflex. Ma un solo esemplare per il mio gioco, mi perdonerà Madre Natura, lo colgo. Poi lo metto in un tomo. Verrà classificato, e a tempo debito messo su carta pregiata con il nome scritto con pennini e inchiostro.
Lavorare con le mani in queste faccenduole lo trovo veramente rilassante. Più d’altro. Nel tardo pomeriggio mi sono messa fuori in giardino sotto il tendone a cucire un nastro su un golfino. Un capo rimesso a nuovo con una nota di colore.
La mattina prendo la canna e innaffio l’orto. Con grande piacere raccolgo i primi frutti del lavoro. Croccanti foglie e fiori per una fresca minestra serale.

Il loro leggero fischio era la colonna sonora delle mie vacanze estive quando ero piccola. Un suono che si alzava nel cielo tra poche nuvole bianche.
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