Finalmente a casa. Arrivo danzante. Quello che era sfondo diventa dettaglio così vicino da vedere ogni ago di pino. Il sole urla. Sono stata in terrazza a berlo subito mangiando uno yoghurt. Finalmente posso mangiare cose fredde senza che mi saltino i nervi. Senza che arrivi la fitta.
Il mio dentista è stato proprio gentile: sapendo che scendo apposta dai monti: ieri la diagnosi, oggi l’intervento. Così sono subito ripartita.
– Ma dove vai, che sei sotto antibiotico?
Vado via. Vado a casa mia. Vado a godermi il sole. Vado dalla mia amica che mi aspetta. Vado via da te che neppure mi hai chiesto come stai?
Domani scenderemo in città, io e lei, come Thelma e Louise. Andremo a zonzo, ci racconteremo il tempo, ci faremo fare belle: coccole estetiche. Lei mi ha scritto e telefonato tutti i giorni per sapere come stavo. Con lei rido e questo all’orco non piace.
L’orco tratta senza Bon Ton e poi si arrabbia se fuggi dai suoi denti e artigli. Via via. Vieni via con me. Ti mangerò un pezzettino alla volta.
Ieri sera gli ho buttato un bicchiere d’acqua in faccia. Come nei film.
È stato necessario. Mi è venuto d’istinto. Anche noi donne abbiamo forti stati emozionali che ci provocano atti inconsulti- signor giudice sia clemente.
Reazione più che giustificata
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Merci.
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Se fossi il giudice altro che clemente sarei… 😊
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Grazie Ale. Rifarei quel cinematografico gesto ancora ora: detesto chi non rispetta un malessere fisico 💗
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tempesta emozionale, vai
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