Loquela

Quello srotolarsi del linguaggio spiraliforme e, perciò, senza fine e senza scopo se non lasciarsi vivere.

La tendenza a masticare e rimasticare continuamente le stesse frasi e parole.

Dipanare la matassa verbale senza trovare il capo. Tramare e tremare parossisticamente, mentre si intreccia in verbo.

Capogiro del linguaggio – come scrive Barthes.

Mulino di parole – come dice Lacan

Loquela: linguaggio senza destino perché interiore e non destinato se non a se stessi. Follia della parola. Linguaggio che si perde in una fitta nebbia senza contorni.

Fiume di discorso interiore che invade il soggetto, sfilata irrefrenabile di ferite, ragioni, ragionamenti, interpretazioni, allocuzioni, temi – Barthes

Ieri sera ho vissuto un momento di loquela. Mi accade quando, esaurite tutte le forze razionali, vado a sbattere contro il muro irrazionale illogico assurdo di un altro. Allora non è possibile creare un testo. È solo possibile creare questa infinita follia di parole che si avvitano nel vuoto.

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