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Hanno tutti ragione

Ciascuno ha una propria idea della comicità. Ciascuno ride per situazioni differenti. Ci sono persone a cui fa ridere la volgarità. Ci sono persone a cui fa ridere lo humour, il sarcasmo, il paradosso.

Il libro che sto leggendo prima di addormentarmi è un libro che mi fa veramente ridere. Non sono una che racconta spesso quello che legge o che ne fa una scheda dettagliata, come ho visto in altri siti ( non capisco mai perché: sono pagati per impiegare tanto tempo a scrivere la trama di un libro? Boh ).

La lettura è un fatto talmente soggettivo che – almeno per ciò che mi riguarda – difficilmente scelgo in base alle indicazioni e recensioni. Infatti ad oggi non ho mai letto Volo Gramellini e altri.

Il libro che mi fa ridere in questo periodo lo avevo già letto. È di un noto regista: Paolo Sorrentino. Si intitola: Hanno tutti ragione. Le ultime due pagine che ho letto sono un elenco stupefacente di tutte le scopate che il protagonista si è fatto con partner occasionali incredibilmente fuori contesto. Due pagine di elenco. Paradossali.

” Politeista disinvolto come sono, non ho esitato a strusciarmi nella vita lunga su buddiste, cattoliche, anglicane, induiste e via dicendo. Mi sono rotolato in settemila letti… ho avuto una lillipuziana che si era ritirata in Provenza dopo faticosi anni circensi… “

Esattamente come le prime pagine del libro dedicate a tutto quello che il maestro Mimmo non sopporta. Pagine dissacranti. Volete un assaggio? Roba non certo per educande e persone per bene:

” Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità. Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza. I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddotica esasperata. La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.

Ma non sopporto neanche le generazioni successive. Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù… “

9 risposte su “Hanno tutti ragione”

Il grottesco dell’inutilità del quotidiano, l’ingigantimento della realtà, la farsa fatta passare per tragedia, sono gli elementi della comicità italiana. Particolari e difficilmente esportabili. Penso ad alcuni film di Monicelli, a Villaggio, a Gaber e Jannacci.

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