L’omino incontrato per caso l’altro giorno e di cui ho scritto soleva dire, nel suo delirio di grandezza, di essere un uomo ” formato “, compiuto: come se avesse già raggiunto il punto di perfezione. Era discepolo di un santone indiano di cui aveva l’immagine dei piedi appesa in camera. Aveva ricevuto la polverina magica e fatto periodi in India.
Ho un sacro terrore di persone siffatte, da quando ho avuto modo di conoscerle profondamente attraverso esperienze e frequentazioni. Cerco di evitare gli ” illuminati “, i ” guru”, i maestri spirituali o politici.
Jung, al riguardo scrive:
” Accanto alla possibilità di diventare profeta, ce n’è un’altra che promette gioie più sottili e in apparenza più legittime, quella cioè di diventare discepolo di un profeta. Per molta gente questa è una tecnica addirittura ideale.
Eccone i vantaggi. L’odium dignitatis, cioè l’ impegno sovrumano del profeta diventa un molto più dolce otium indignatis; ci si siede, modestamente indegni, ai piedi del Maestro e ci si guarda bene dall’avere pensieri propri.
La pigrizia mentale diventa virtù, ci si può riscaldare al sole di un essere almeno semidivino. L’arcaismo e l’infantilismo della fantasia inconscia sono soddisfatti senza che ci si rimetta del proprio, perché ogni obbligo è addossato al Maestro. Grazie alla sua divinizzazione ci si innalza senza nemmeno accorgersene e inoltre, senza averla scoperta, si riceve già pronta dalle mani del Maestro la grande verità “.
Per chi volesse approfondire: Carl G. Jung – Opere 7- Due testi di psicologia analitica – Bollati Boringhieri
E invaghirsi di un bel nichilista ?
"Mi piace"Piace a 1 persona
Molto meglio. 😜😀
"Mi piace"Piace a 1 persona
.e il discepolo al solito è più intransigente, dogmatico, meno duttile del proprio maestro.
ml
"Mi piace"Piace a 1 persona
Infatti 🌼🐞
"Mi piace""Mi piace"