Lenta decomposizione

In questo spazio

in lenta decomposizione

anche il tempo si fa di gesso.


I ragni figliano piccoli punti neri.


Stanno appesi negli armadi

i cadaveri degli abiti,

allineati e grigi di polvere.


Mi opprime l’inutilità.


Ho fame d’aria e di vuoto.


Il continuo rodere del dubbio mi rovina.


Vorrei avvolgermi

nel bianco lenzuolo dell’incoscienza.

19 pensieri su “Lenta decomposizione

  1. Una composizione veloce, compatta e stringata, per una decomposizione lenta: contrasto tra percezioni del sè e dell’altro. Ove il sé è ribollire di intenti. Mentre l’altro è ragnatele, polvere e sragnazione di un presente che non si indossa perché già in polvere e muffe.
    D’altro?… Che mi piace molto, anche per come ricorre a simbolismi e metafore per esprimere un travaglio interiore quasi lancinante, al punto da sentirci un sudario in quel lenzuolo bianco.
    Grazie 🌹 buona giornata

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  2. Una poesia che trasforma il vuoto in materia.
    Le immagini sono fredde, quasi da obitorio dell’anima: tutto stagna, tutto si impolvera, tutto si decompone senza rumore.
    La forza sta nel coraggio di nominare l’oppressione senza maschere: il dubbio che rode, la fame d’aria, il desiderio di dissolversi nel bianco dell’incoscienza.
    È una scrittura che non cerca consolazione, ma verità.
    E proprio per questo colpisce. Meravigliosa linea poetica su tutto l’andamento delle parole che graffiano. Complimenti

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