Livelli

Disegno di Eletta Senso



Nella storia personale di ciascuno ci sono diversi livelli evolutivi.

Possiamo chiamarli: livello A, livello B, livello C…


La sequenza può essere in successione  ascensionale: A, B, C.

La permanenza in un livello è estremamente soggettiva e sicuramente dipende dalle esperienze, dal carattere, dagli incontri fatti e da altri molteplici fattori. Compresi gli studi fatti, letture, ricerche e approfondimenti.


Una persona può stare a livello A e trovarvisi benissimo senza sentire minimamente il bisogno di passare al livello B o C. Ciascuno è libero di fare quello che desidera se ci sta bene e non crea danno ad altri.


Normalmente chi si trova a un livello successivo mal tollera di tornare al livello precedente. Si cresce, non decresce.

Per questo, dopo aver vissuto diverse esperienze che mi hanno condotto a un livello che chiamerò X , mal tollero di perdere tempo con persone che sono, e intendono stare, a un livello  precedente. Non c’è possibilità di scambio. È come parlare lingue diverse.

Se incontro una persona che è falsa doppia e non sa dialogare nè ascoltare e argomentare non perdo più tempo. Ciao.

Se incontro una così detta amica che pensa di usarmi per vomitarmi tutti i suoi mali e problemi senza sporgersi una volta per chiedere: – E tu? Come stai? Raccontami i tuoi problemi ora che hai ascoltato i miei… Chiudo. Non mi sente più dopo anni che sono stata usata come vaso. Basta.



Paradossalmente, in questa epoca di grande abbondanza di strumenti per comunicare ” qui e ora “, la vera  comunicazione langue, manca, muore. Ci sentiamo : su Skype, su Kik, in chat, via e mail, via sms, con cellulare, col telefono fisso… in WhatsApp, ci becchiamo con un cinguettio su Twitter X, Istagram, LinkedIn… ci diciamo che ” mi piace ” su Facebook.

Ma langue la vera comunicazione. Il dialogo.

“Dialogo non è una parola tranquilla, anzi non è neppure una parola, ma tensione tra le parole. Contiene infatti quel dia che rintracciamo in dia-metro come unione dei massimamente distanti. Altro che scambio di parole. Il dia-logo è esasperazione del conflitto, unione degli incongruenti, dis-locazione dei luoghi”.
Da: Il gioco delle opinioni – Umberto Galimberti


” Non si contesti l’opinione di nessun uomo, ma si rifletta che, se si volesse dissuaderlo da tutte le assurdità in cui crede, si potrebbe raggiungere l’età di Matusalemme senza aver concluso l’impresa. Inoltre ci si deve astenere, nella conversazione, da ogni rilievo che, sia pure con le migliori intenzioni, si proponga di correggere l’altro: offendere la gente è facile, mentre migliorarla è difficile, se non impossibile”.

Arthur Schopenhauer – Consigli sulla felicità

13 pensieri su “Livelli

  1. Citi Galimberti in modo squisito e con un’affermazione che ho sottolineato anche io.
    Detto questo non posso che trovarmi d’accordo con te. Tranne in un caso, che comanda su tutto (un pò come giocare con l’asso di briscola l’ultima mano): quando ci si innamora.
    Lì entrano in ballo giochi e blocchi che (parlo per me ovviamente) azzerano tutti i paletti, tutti i lucchetti, tutte le difese che l’esperienza ha insegnato.
    Trovo molto interessante il tuo post perché lo condivido totalmente e sto applicando esattamente quello che dici alle mie amicizie. Poi c’è l’incognita. Quella mette sempre a rischio ogni progresso. Ma è forse un altro post.
    Un sorriso, RiV

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  2. Pare evidente che i livelli sono soggettivi. Per me il livello A o iniziale può avere certe caratteristiche, ad esempio applicare le conoscenze minimali che tali sono per me. Per un altro le conoscenze possono essere inferiori o superiori, difficilmente sono uguali alle mie. Quindi il livello B è accrescere di un tot le mie conoscenze e così via. Tu hai citato livelli di rapporti col tuo prossimo. Anche in questo caso i livelli di rapporto sono soggettivi e variabili da persona a persona.

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  3. hai ragione, l’automatismo degli scambi, la facilità ad interloquire, impoverisce il dialogo, inaridisce l’approfondimento delle opinioni. E’ il controsenso delle relazioni moderne imperniate sulla velocità e sterilità del “dialogo “
    ml

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