Bianco e nero

L’ardore detesta

mezze ombre

senza spasimi:

serve un diaframma

che esalti le tinte

eliminando

la rapsodica

nebbia.

Quando è pieno

di dispetto il vento

– e l’aria

è scarna e dura –

si esaltano i contrasti.

La bellezza

s’empie e brilla

anche quando

fioca è la luce

– e immaginare

è vedere con i sensi

le profondità e i profili -.

La saturazione

diviene

piena

di complessità vibranti.

Le atonali immensità

sono

le oscurità

che abitiamo.

Che vediamo

sbiadite.

Stinte.

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