
E tu che, così spesso, mi annoi.
E io mi chiedo come faceva tua moglie quando ti serravi nel carapace chiudendo il dorato lucchetto.
Come faceva a non provare noia quando ruminavi senza dire parole il povero pasto.
Come riusciva a non sbadigliare davanti ai ripetuti monotoni racconti del tuo passato nostalgico. Lei così giovane accanto a te così sempre vecchio.
Quando la allontanavi in un’altra stanza davanti al suo apparecchio televisivo perché neppure la scelta di una trasmissione era gradita insieme.
Quando programmavi ogni dettaglio del sesso e della villeggiatura: sempre troppa gente e voi due mai soli.
Come ha potuto sopportarti senza gemiti e fremiti e fughe e piatti rotti e urla?
Come stare per un così lungo tempo accanto a un monolite, un sasso, un mobile immobile?
Come sopportarti nelle lune e dune e notti e abissi?
Anche se tu l’amavi – tu che amare non sai – lei così assorbente del tuo continuo inchiostro, delle tue nere macchie.
“E tu che, così spesso, mi annoi”
sta tutto lì.
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Eh, già 🥹
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🎀 Davveto graffiante!
Buona serata Eletta!
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Buondì 🥰
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Certo che vivere accanto a un personaggio del genere bisogna avere il carapace duro, perché credo che sarebbe difficile per tutti.
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Ci sono persone che non imparano mai. Purtroppo per loro. 🥹
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Hai ragione. Notte serena
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una stroncatura senza appello
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Già è la mia anima scorpionica🦂
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