Eletta Senso ama scrivere da sempre. Eletta Senso ama disegnare da sempre. Il nome è un nome d’arte, dietro c’è una donna che ama l’estetica e la scrittura.
Ha pubblicato racconti e poesie. Ha partecipato a eventi nazionali italiani di grafica. Ultimamente ha deciso di vivere in montagna e ne racconta le sue meraviglie di silenzio e colori.
Oltre la scrittura, la grafica e la pittura ultimamente si è appassionata anche alla grafia della luce, attraverso la fotografia.
Questo il migliore augurio per l’anno nuovo ricevuto su WhatsApp.
Un messaggio semplice eppure così importante per chi vuole farne una lettura più profonda…
I fuochi “artificiali” sono sicuramente belli, ma sono appunto: artificiali. Cioè creati ad arte e artificio dall’uomo per che cosa? Ma semplicemente per ricreare quello che esiste già da sempre in natura.
Ci siamo mai abbassati a livello del terreno a guardare lo sbocciare di un fiore? C’è una mia conoscente qui che ama raccontare, come cosa strana, di avermi incontrato in un prato completamente distesa nell’erba a fotografare i fiori.
Occorre abbassarsi per terra per gustare la terra e i suoi doni. E sarebbe ora che l’uomo lo facesse. Uno dei “doni” di questo orribile anno è stato il repentino abbassamento dell’inquinamento atmosferico dovuto al blocco della circolazione. Gli uccelli hanno creato canti nuovi nel silenzio. Gli animali hanno ripreso spazi. L’aria é risultata più respirabile per i nostri polmoni.
In questi giorni i turisti che amano sciare hanno ripreso l’uso delle pelli per risalire visto che gli impianti sono chiusi. Hanno camminato con le ciaspole. Una montagna più silenziosa senza le sirene e lo sferragliare delle seggiovie e funivie.
Non sono certo una nostalgica dei vecchi tempi ma, mi piacerebbe ricordassimo più spesso l’uso e l’abuso quotidiano che viene fatto del nostro pianeta azzurro per riscoprire un modus vivendi più ecologico, meno artificiale, più naturale.
Per questo ho davvero apprezzato questo video augurale, così pulito silenzioso e diverso dai soliti scontati video e messaggini che ti arrivano via WhatsApp.
( Tra i fiori che sbocciano i miei preferiti: Anemoni e l’Angelica)
Mi piace la pietra antica di baite abbandonate. Hanno una semplicità austera che, a mio parere, manca alle moderne ville.
Mi piacciono i gradini scomposti e la salita. Mi piace lo spazio umbratile del bosco in cui dimorano. Mi piace il silenzio e il muschio.
Ieri sono stato a pranzo in un ristorante tipico e ho mangiato circondata dagli strumenti di un tempo. Vecchie cesoie per tosare e enormi paioli. Circondata dal profumo della polenta sul fuoco. Circondata da persone. Era dal tempo della Val d’Orcia in Toscana che non pranzavo in una unica tavolata.
Non l’asettico tavolino di certi ristoranti di città singolo e separato. Niente cellulari a tavola con la testa china sullo schermo.
Qui l’atmosfera era calda e familiare. A destra un giovane padre con il piccolo pargolo, a sinistra una coppia di anziani coniugi insieme da cinquanta anni ( così ci hanno detto ).
La bella giornata ottembrina rendeva tutto amabile.
Al di là di quanto si possa pensare in base a ciò che scrivo, a me piace molto ridere.
Rido come una bimba in modo irrefrenabile specialmente nelle situazioni paradossali che sono quelle che mi fanno volare e perdere ogni controllo. Laddove la tragedia tocca il comico, l’inaspettato fa capolino nel previsto con una burla a sorpresa, o io mi vedo fare cose oscene cioè fuori dalla scena. É il caso di un video privato in cui l’incidente – una cosa trovata per caso – fa scatenare una reazione davvero esilarante. Nel video ( non so nemmeno perché l’ho fatto ) si sente la mia voce che commenta mentre le mie mani frugano toccano oggetti. Le persone a cui l’ho mostrato hanno riso di gusto. E anch’io ogni volta che lo vedo. Ridere fa bene. Toglie quella falsa aria di rispettabilità che ci cuciamo addosso pensando di essere più accettabili. In realtà siamo quello che siamo: pregi e difetti compresi. Ma i difetti fanno più ridere mentre i pregi dovrebbero far risplendere.
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