Fermare l’istante: Haiku

La notazione di Silvia mi permette di fare un po’ di chiarezza sulla forma poetica: Haiku.

Come ogni forma espressiva nata nella culla di un’altra cultura e lingua, anche l’Haiku che è nato in Giappone, ha regole linguistiche semantiche sintattiche diverse dal nostro Haiku.

Tradurre è un po’ tradire. E quindi anche noi tradiamo la pura essenza dell’originale Haiku. Non è possibile arrivare con la stessa intensità a certe istantanee di Matsuo Basho:

Vecchio stagno

salto e tonfo

una rana.

L’importante è cogliere la caratteristica essenziale di questa forma poetica: la capacità di vedere e fissare un momento del quotidiano, anche attraverso cose semplici.

Basho disse che per comporre un haiku occorre dire semplicemente ciò che accade in quel luogo in quel preciso momento.

Per fare un buon haiku quindi basta vedere e concentrarsi su cose semplici e semplici dettagli, semplificare la sintassi e concentrare lo stupore nell’ultimo verso.

Ecco un mio esempio ora:

Soffia la tenda

Tra nuvole che vanno

Ecco la luce


La formula accettata da noi è primo verso di 5 sillabe /secondo di 7/ terzo di 5.

Ma personalmente apprezzo più del conteggio sillabico, la capacità di cogliere l’attimo.

Eletta

9 pensieri su “Fermare l’istante: Haiku

  1. ottima descrizione, non potevi spiegarlo meglio 👏👏👏👏👏👏👏 sì di solito si da importanza al 5-7-5 anch’io in passato mi sono cimentato in queste composizioni, spesso non mi tornavano i conti e dovevo rifarle, per non rovinare questo dettaglio..😊😉👍👍

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  2. Giusto il concetto di fermare l’attimo ma, se non ricordo male quando mi sono documentato sugli Haiku, si dovevano catturare attraverso il linguaggio sensoriale la bellezza della natura, i sentimenti che un’immagine trasmetteva al poeta.
    Come hai giustamente osservato la traduzione dal giapponese fa perdere molta della loro efficacia linguistica-visiva.

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