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Non posso tacere

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne non posso tacere. Non solo perché sono donna, ma anche perché sono una di quelle ( una su tre) che ha subito violenza fisica e psicologica.

La violenza domestica, cioè chiusa tra le mura di una casa, domus, è la violenza più diffusa. È il marito il compagno il fratello il padre. Il maschio. Normalmente un maschio devirilizzato che non sa che fare se si accorge che la sta perdendo.

Un uomo che può essere diverso sotto la maschera e il ruolo sociale, può essere un uomo di potere professionale, ma è pur sempre un ometto, un omuncolo, un poveretto.

Normalmente un egocentrico malato di senso di possesso e gelosia, che considera la sua donna come un suo oggetto. Così opera la sua tirannia che esercita con metodo quotidianamente : botte e parole svalutanti: tu non sei niente, tu non vali niente. Senza di me sei morta.

È tempo di parlare e di denunciare. È tempo di liberarsi da qualsiasi forma di sopraffazione e violenza. Anche psicologica. Non permettete a nessuno di tarparvi le ali, di rovinarvi la vita e le giornate. Non permettete a nessuno di considerarvi una cosa o un mero corpo pronto al piacere altrui quando gli gira e ne ha voglia. Non permettete a nessuno di vampirizzare la vostra energia. Di annientare il vostro sorriso. Non permettete a nessuno di chiudervi in gabbia.

Riprendete in mano la vostra vita e, mi verrebbe voglia di dire: fatevi aiutare. Se fosse vero e possibile farsi aiutare in uno stato in cui mancano, o sono carenti, strutture servizi pene detenzioni per chi fa violenza a una donna.

Sarebbe bene moltiplicare, in ogni città e in ogni quartiere, i centri di ascolto riparo e rifugio per le donne che denunciano. Sarebbe bene evitare che l’omuncolo già segnalato e denunciato ce lo si trovi, dopo poco tempo, sotto casa con un coltello in mano.

Dovrebbe essere diffuso il Protocollo Zeus che, leggo, in 4 anni ha ridotto del 90 per cento i casi di recidiva lavorando sugli uomini che hanno usato violenza senza essere consapevoli del male fatto. Si tratta di centri per uomini maltrattanti. In Italia ad ora ce ne sono 60. È un percorso di recupero con psicoterapeuti, psichiatri ed educatori che dura solitamente nove mesi. Perchè in mancanza di consapevolezza questi uomini maltrattanti torneranno a maltrattare, a usare violenza.

Occorre lavorare ad ampio raggio e in tutti gli ambiti sociali ed educativi perché maltrattare è un fallimento. In ogni caso.

15 risposte su “Non posso tacere”

E pensare che questi “omuncoli” sono stati allevati da una donna. Io sono stata fortunata, nella mia famiglia ho avuto esempi di donne forti, capaci di farsi rispettare e ho conosciuto uomini rispettosi delle donne. Mia suocera ha cresciuto 5 figli maschi e tutti quanti hanno rispettato la loro madre e rispettano le proprie mogli e i figli. Stranamente, tutti i 5 maschi hanno avuto solo figlie femmine. Anche nel mondo del lavoro non ho mai avuto problemi. Certo, quando io ero ragazza se dicevi di no a uno quello non si faceva troppi problemi e se ne cercava un’altra. Almeno nel mio ambiente. Personalmente, se un uomo si fosse comportato male con me, lo avrebbe fatto una sola volta, anche se fosse stato mio marito lo avrei buttato fuori di casa, subito. Ripeto, siamo noi donne a crescere i figli, maschi e femmine, a tutti dobbiamo insegnare il rispetto per gli altri.

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Ho appreso del progetto Zeus durante uno dei miei corsi di aggiornamento e l’ho trovato da subito molto importante. La cultura della parità è la cura, così come è la cura di chi ha evidenti problemi di percezione di sé e degli altri. È comunque ancora terribile vedere quanti comportamenti violenti (perché no, violenza non è solo gonfiare una persona di botte, stuprarla o ucciderla) strisciano silenziosi nella nostra società, in quel humus fatto di omuncoli cresciuti da donne complici e di vittime che quasi non hanno consapevolezza di esserlo. Bisogna parlare, far notare, non ammettere più nessun tipo di connivenza o equivoco nel pubblico come nel lavoro o nel privato ed essere finalmente solidali, sperando che si possa leggere sempre meno pagine tristi come queste, fino a vederle scomparire.

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Il problema è lo stato che come hai scritto fa molto poco, a parte qualche iniziativa come il progetto Zeus, per evitare la violenza che spesso sfocia nella morte della donna.
Alla denuncia dovrebbe seguire un percorso di riabilitazione obbligatorio, mentre adesso lei rischia di rimanere in balia del suo persecutore.
Bella serata

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