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Garofanini

Ho trovato un faldone pieno di antiche – si fa per dire – poesie. Non c’è come frequentare uno scrittore perché la fiamma splenda. Con questo scrittore ho avuto una liaison che è durata un tempo indefinito: tanto denso e pieno. Ci scrivevano sempre. Con carta e penna. Il nostro amore, o la nostra infatuazione è iniziata con una lettera e finita con una lettera.

Con lui ho scoperto la poesia italiana di Valduga e Cavalli e tanti/e altri/e poeti e poetesse. Si chiama contaminazione. Scambio, stimolazione, emulazione. Come nei Caffè Letterari francesi. O d’arte.

Non c’è nulla che serva alla scrittura come frequentare persone che scrivono. E lo stesso per qualsiasi forma d’arte. Perché lo stesso è avvenuto in Accademia. È una delle pochissime persone che ho conosciuto che, quando andava in libreria, oltre a prendere romanzi acquistava sempre anche libri di poesia. Per scrivere poesie bisogna leggere molte poesie – e non solo Pascoli, ma anche i contemporanei.

Ora ho questo bagaglio di esperienze e un faldone pieno di scrittura. La poesia che ho pubblicato ieri è del 2001. Parecchi anni fa.

Come per le fotografie su carta, che quando si prendono in mano e-manano, ricordi e nostalgia rilanciandoti in un tempo che fu, così è per queste tracce poetiche che mi rimangono. Rileggerle è rivivere uno stato di ebbrezza e creazione.

Per questo ne ripubblicherò altre.

12 risposte su “Garofanini”

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