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Pathos

Escono da ogni angolo

Escono da ogni angolo come topi campagnoli. Sbucano dai libri dai quadri dai quaderni da bigliettini da scatolette e scatoloni.
Le sue parole.
Le ho triturate strappate gettate, ma escono sempre. Il principe ha marcato tutto il territorio. Ovunque. Non è bastata tutta la bonifica del trasloco per bloccare definitivamente la proliferazione.
Appendo i quadri e trovo la sua scrittura particolare di architetto dietro. Incancellabile.
Strano karma il mio.
Sono passata a essere sommersa coperta inondata di parole: al nulla. Totale nulla. Nemmeno un bigliettino con un regalo. Nemmeno un regalo.

Con l’architetto era tutta un’altra storia. Una storia al limite sul tagliente filo tra Pathos e e Thánatos.

Ci pensavo prima leggendo la bella storia di Massimo Legnani: Orearovescio. Il bacio sulle labbra insanguinate.
Avete mai provato? Io con l’architetto sì. Un amore folle. Difficile da provare capire sopportare. Comunicare.

Eppure: come la bellezza della contemplazione quando arrivi alla vetta, dopo tanta fatica, così è l’amore passionale. Dona momenti di estasi che non è possibile vivere stando giù, in valle, nel tran tran trafficato.
Almeno una volta nella vita è da provare. Poi tutto il resto resta senza colore, scialbo, con uno zombi che non sa inventare nemmeno un giro funambolico sui cavalli della giostra.

8 risposte su “Escono da ogni angolo”

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