Ieri su Repubblica ho letto un interessante articolo di due psicoanalisti: Vittorio Lingiardi e Benedetto Farina.
Titolo: Dottor Freud aiutaci a COOPERARE.
Il tema è quello della relazione che si instaura tra paziente e psicoanalista in un rapporto terapeutico ma, a mio parere, è estensibile al campo intero delle relazioni umane.
Cito qualche passo per rendere meglio l’idea: ” Molte ricerche dimostrano che la promozione di un clima di cooperazione favorisce invece la capacità di provare empatia, di sintonizzarsi con i pensieri degli altri, di comprendere il funzionamento della mente propria e altrui e di lavorare sugli aspetti che portano a soffrire”.
Provare EMPATIA dunque e SINTONIZZARSI con i pensieri degli altri. Sta tutta qui la ricetta della cooperazione.
Entrare nella pelle degli altri. Calzare le loro scarpe. Portare la loro croce. Capire quello che provano. Empatizzare. Comprendere. Ascoltare. Capire.
“ Sofisticate tecniche di registrazione simultanea dell’attività cerebrale di due individui che interagiscono mostrano che l’attività elettrica dei loro cervelli, nelle aree evolutivamente più recenti come la corteccia frontale, si sincronizza quando devono compiere azioni coordinate e cooperative”.
In una buona relazione le cortecce cerebrali sono ben sincronizzate. In una buona relazione non c’è bisogno di dire quello di cui si ha bisogno, quello che serve, quello che ci preoccupa: il partner empatico sa cooperare perché sa mettersi in relazione profonda con lo stato dell’altro.
” La spinta motivazionale alla cooperazione ha richiesto lo sviluppo di capacità cognitive sempre più sofisticate come il linguaggio, l’empatia, la condivisione di scopi e decisioni, l’insegnamento”.
Cooperare vuol dire comunicare, parlare, condividere, scambiarsi opinioni e informazioni. Cosa ti serve? Cosa provi? Cosa senti? Come posso aiutarti? Cosa facciamo in questa situazione? Cooperare vuol dire anche rimboccarsi le maniche ed esserci concretamente per l’altro. Non solo a parole.
Quando c’è il silenzio e l’indifferenza manca la cooperazione. Lo strato di humus su cui nasce la cooperazione è l’empatia. Sentire l’altro. Patire con l’altro. Nella parola empatia c’è la radice pathos=passione. Stesso etimo presente in un’altra parola della medesima area tematica: com-passione. Patire insieme ( non compatire ).
” Se la mente umana si è sviluppata per cooperare non sorprende che, quando si ammala o soffre, la sua cura non possa basarsi che su una relazione cooperativa”.
16 risposte su “Empatia e cooperazione”
L’ho letto anche io😀
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Non avevo dubbi: c’è empatia tra di noi 😉
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💖
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Bellissimo articolo.
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Grazie capitan ☺
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Mi provochi maggiore empatia quando vai a cercar porcini che quando leggi Repubblica. 😉
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De gustibus… a me piace fare uno e l’altro 😉
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A me piace il liquore alla liquirizia 🙂
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Anche a me. Ieri ho fatto quello alla salvia e uno alla menta. 🍈🍈🍈🍀🌱🌱🌱🍃
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🙂
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Sno sempre indietro nelle letture, recupero. Grazie!
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Dolce donna 🌼💓
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però io ci ho trovato un che di scontato: già nel verbo cooperare è sottintesa una dose di empatia. Diversamente ci si trova a fare lo stesso mestiere o a risolvere lo stesso problema, casualmente fianco a fianco.
ml
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Cooperare=operare insieme. Si può operare insieme, per esempio nella costruzione di una casa, senza che ci sia necessariamente empatia. Solo collaborazione.
Buona giornata caro 😉
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Per una volta non siamo d’accordo 🙂
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A me piace trovare qualcuno che non è sempre d’accordo. Purtroppo qui non c’è sufficiente spazio per farsi una bella chiacchierata dove poter argomentare i propri punti di vista. Buona giornata caro
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