Aveva perso la sua magia 

Lui, Vittorio, aveva perso la sua magia, lo scettro del potere, il fascino del leader. La piccola fragile ragazza lo aveva spodestato con leggera fluidità.

Vittorio ora si sentiva completamente svuotato, senza limiti e obiettivi, senza più un senso al vivere. Di nulla si era accorto: era come se – d’improvviso – lo avessero catapultato in una recita di cui non conosceva il copione. Sul palcoscenico piratesse coreografiche ridevano incessantemente. Che era successo? Perché non aveva colto i segnali? Visto le prime nubi che annunciavano la tempesta? 

Così ora sentiva la sua mente liquefarsi. Tutti i suoi vezzi e le sue eccentricità giacevano a terra con lo scudo e le armi da combattente. Ormai non cercava neppure di ostentare stabilità e vacillava. Era stato scuoiato, scaricato, battuto dalla bambina, dalla ragazzina con la testa china. Quella che non gli aveva mai detto di no, e l’aveva servito per anni e anni. 

La fragile tenera sottomessa piccola – color rosa piuma – si era costruita lentamente uno spazio elastico e là era saltata. In una nuova realtà dove lui non poteva entrare. Anche se allungava le braccia non poteva toccarla.

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