Categorie
Simboli,

Simbolo: la spirale come emanazione

Fogli trovati per caso, scritti da me e di cui non ricordavo assolutamente nulla. Per un concorso nazionale. A cui poi ho partecipato con un’opera che aveva come tema fondante: la spirale.

Sono sempre stata così: istintiva e sensitiva. Se una iniziativa mi interessa mi butto e faccio e partecipo. Altrimenti non mi muovo.

Comunque, ecco cosa avevo scritto come presentazione alla mia opera e al tema.

La spirale è presente come formazione naturale sia nel regno vegetale che animale. Nel regno vegetale basti pensare alla vite, ai convolvoli. Nel regno animale basti pensare alle chiocciole, alle conchiglie.

La spirale richiama l’evoluzione di una forza, di uno stato.

In tutte le culture si ritrova questa figura carica di significati simbolici:

“La spirale è un motivo semplice : si tratta di una linea che si avvolge su se stessa. È un motivo aperto e ottimista: niente di più facile, quando si è partita da un’estremità della spirale che giungere all’altra estremità”. (Brill)

“La spirale rende manifesto il motivo circolare che esce dal punto di origine: essa mantiene e prolunga all’infinito questo movimento. È il tipo di linea senza fine che collega incessantemente le due estremità del divenire… La spirale esprime emanazione, estensione, sviluppo, continuità ciclica in progresso, rotazione di creazione” ( Chas).

Fine. Prima parte.

Categorie
Attimi Simboli,

Linea spirale

Tra tutte le linee, prediligo la spirale perché dà l’idea di un moto perpetuo. Infatti è presente in molti miei lavori grafici.

La spirale è un simbolo grafico antichissimo e diffuso in molte civiltà arcaiche. Rappresenta un sistema dinamico che, a seconda del punto di vista, si avvolge oppure si svolge dal centro verso l’esterno o viceversa.

Scena di caccia decorazione di una stele funeraria micenea

Può darsi che gli antichi presero spunto da fenomeni come i vortici o i gorghi nell’acqua. Per questo motivo è plausibile l’associazione con l’idea dello sprofondare nella morte, ragion per cui queste spirali sono presenti nei blocchi di granito che nella preistoria – e nell’antichità – fungevano da sepolcri.

Il segno della doppia spirale unisce i due momenti dello svilupparsi e dell’avvolgersi cioè, in termini psicoanalitici, dell’evoluzione e dell’involuzione.

Quando il mio gatto riposa si acciambella su se stesso in una posizione chiusa e raccolta, come talvolta facciamo anche noi ricordando la posizione fetale.

Andiamo dentro nel riposo intimo.

Quando invece la spirale evolve dal centro rende un’idea elastica, di espansione all’esterno.

Inciso e colorato su roccia questa maschera rupestre rappresenta una sovrana mitica degli Indiani del Nord Ovest

Questo omino raffigura un personaggio mitico degli Indiani Hopi, chiamato il custode del respiro, infatti dalla sua bocca sorge la doppia spirale simbolo dell’aria che permette agli uomini di vivere.

Se seguite il segno della spirale dal basso verso l’alto potrete notare che è eseguito con una continua traccia fluida dall’inizio alla fine.

È esattamente lo stesso modo usato da me per tracciare la doppia spirale senza mai staccare lo strumento dal foglio: dall’inizio alla fine. Io lo trovo estremamente rilassante infatti è spesso presente nei biglietti augurali che sia nel primo lockdown che in questo, io amo fare.

( Le ultime due immagini sono tratte da Il mito – Jaca Book)

Raffigurazione dell’uovo cosmico: è avviluppato da un serpente la cui spirale può rappresentare lo svolgersi del tempo. Il serpente nei miti di molti popoli compare come animale legato all’uovo cosmico, all’origine del mondo e della creazione.

Categorie
Simboli,

Storia di un anello

Storia di un anello.

Credo molto ai simboli.
L’anello è uno dei simboli più potenti. Legato a un altro simbolo che è l’Uroburo. Il serpente che si morde la coda.

SIMBOLO tradizionale dell’eternità, l’anello è la concretizzazione del simbolo del cerchio in un oggetto dai molti poteri.
Ai sacerdoti di Giove così come ai cavalieri e senatori era permesso portare anelli d’oro.
Ad anelli venivano anche associate idee magiche come nel caso del leggendario anello con sigillo di Salomone.
In età medievale l’anello è simbolo del fidanzamento come nodo e del matrimonio.

Ora vi racconto la storia di un mio anello.

Il giorno del nostro terzo anniversario, il mio compagno mi ha regalato un anello. Era un cerchio d’oro, smaltato di nero con cinque rubini. L’ho messo all’anulare con molta gioia, per il dono d’amore sotteso. Non l’ho mai tolto.

Un giorno, indossandolo mentre sciavo, mi sono resa conto che il rivestimento di smalto nero era crepato e toccandolo se ne veniva via, come appunto, la pelle di un serpente. Ho tenuto la pelle con cura e, appena siamo scesi in città, io ancora non abitavo in montagna, ci siamo recati nella gioielleria dove il mio compagno aveva fatto l’acquisto per raccontare l’accaduto.

Non era mai successo prima e il gioielliere mi ha invitata a sceglierne un altro con mille scuse.
È stato allora che, mio malgrado perché credo molto ai simboli, ho scelto un sostituto: qualcosa che prendesse decorosamente il posto del primo.
Ho scelto una veretta di diamantini con al centro una piccola pietra verde, uno dei miei colori preferiti. Il mio compagno ha pagato la differenza, perché quest’ultimo valeva economicamente più del primo.

L’ho indossato felice: era pieno di luce.

Dopo questo avvenimento il primo gennaio di quest’anno, tenendo il grande e massiccio cane del mio compagno su al rifugio, mi sono infortunata proprio alla mano sinistra dove avevo il nuovo anello. L’anulare, con il potente strappo dato dal cane, si è subito gonfiato divenendo blu.

L’anello mi è stato tagliato due giorni dopo al pronto soccorso perché il dito era rotto e andava steccato.

Quindi, per la seconda volta, mi trovavo senza anello.

Ho chiesto a un nostro amico, che di lavoro fa l’orefice, di aggiustarlo. E così è stato fatto.

Dopo circa un mese ho riavuto il cerchio di luce e, attendendo che il mio anulare tornasse sano, ho posizionato l’anello sulla mano destra.

Circa venti giorni fa, per il gran caldo che mi faceva sudare le mani perfino qui in montagna, ho tolto l’anello dopo aver provato a farlo entrare nel dito della mano sinistra senza riuscirvi. E, non so perché e per come: l’anello è sparito.

Non mi è stato possibile trovarlo anche se ho rovesciato tutta la casa, spostando mobili e tappeti, guardando con pile ovunque.

Introvabile.

Non sapevo che fare e soprattutto non sapevo come dirlo al mio compagno. Ero veramente disperata.

Le ricerche sono durate giorni e il pensiero della perdita mi affollava la mente.
Divento davvero matta se non trovo qualcosa a cui tengo.

È stato ieri pomeriggio che la persona che mi aiuta a pulire casa, a cui avevo chiesto di fare molta attenzione per vedere se trovava da qualche parte l’oggetto smarrito, alle 14 si è presentata con l’anello in mano.
L’aveva trovato incastrato, e perciò non visibile, dietro il comodino in camera.

Naturalmente ero felicissima e grata del ritrovamento.

Ora l’ho riposizionato nel suo primitivo luogo: all’anulare delle mano sinistra.

Da lì non scapperà più. O almeno così mi auguro, considerato la curiosa e intricata storia di questo forte simbolo.