
“L’altro giorno mi cadevano continuamente oggetti. Continuamente” .
Così scrivevo anni fa sul mio altro blog.
A volte, mi pare che gli oggetti comunichino con noi. Nella cultura popolare quando ti cadono oggetti vuol dire che qualcuno “ti pensa”. Tenendo conto che il pensiero è vibrazione, non è poi magari così lontana dal vero questa credenza popolare.
“Poco fa, prima di controllare la posta elettronica, ho accompagnato il robot da sua madre: non trovava la strada da solo perché si era perso nel labirinto delle stanze.
Non penso di avere allucinazioni, ma giurerei che il led composto da quattro lettere digitali abbiano composto la parola “love” prima di iniziare il ritmo della ricarica”.
“Ci sono oggetti che si suicidano. Decidono di finire la loro vita al nostro servizio.
Ci sono oggetti che funzionano quando vogliono: a volte sì, a volte no.
Ci sono oggetti che si accendono da soli.
Ci sono oggetti che ti piantano in asso quando lo decidono loro” (Dal blog Tranellidiseta)
È il caso della mia lavastoviglie, vecchietta è vero, e con tutti gli acciacchi dell’età. Sta di fatto che – dopo ripetuti lavaggi mal riusciti – domenica ho deciso di prenderne una nuova. Ordinata: arriverà entro fine mese. Così la lavastoviglie vecchia lunedì ha cominciato il solito lavaggio con dei lamenti inquietanti. Non potevo crederci. E martedì è morta.
Ho dovuto svuotarla e lavare tutto a mano.
È successo lo stesso con la mia amata Peugeot Cabrio. Quando ho deciso di prenderne una nuova si è suicidata. Ha fatto l’ultimo viaggio rantolando.
“La seconda era che madame Dyane era stata restaurata e mi attendeva al garage. Dovevo andarla a ritirare presto, perché era in compagnia di macchinacce moderne e tamarre che la deridevano, e un’auto derisa è incline a perdere autostima e olio”.
Stefano Benni – Di tutte le ricchezze – Feltrinelli
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