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Giardino,

Giardino

Per non parlare del fatto che ogni giardino è diverso: ha la sua personalità, che non dobbiamo piegare, la sua geografia e la sua cultura.

L’italiano é geometrico e formale

il francese simmetrico e sontuoso

l’inglese più selvatico e meno incline alla visione d’insieme

il persiano è come un tappeto un microcosmo profumato con al centro l’ombelico della fontana

né un fiore, né un’ombra – dice Barthes del giardino giapponese. Dov’è l’uomo? Nel trasporto di rocce, nella traccia del rastrello, nel lavoro della scrittura.

Adoro avere un giardino. Tra questi elegantemente elencati da Vittorio Lingiardi nel libro: Mindscapes – Psiche nel paesaggio, quello che preferisco è il giardino all’inglese senza geometrie e pulizia, un giardino dove macchie cromatiche e aromatiche si accostano esaltandosi in modo apparentemente selvatico.

Ho iniziato a prendere delle viole e quattro vasi… Piano piano, appena le temperature saliranno, metterò all’aria i gerani che ora riposano nel locale vicino alla legnaia.

Come scrive Cicerone :

Se vicino alla biblioteca hai un giardino, nulla ti mancherà.

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Giardino, Natura

Salve salvia

La salvia è una pianta che uso molto. Mi piace molto con burro fuso per condire asparagi o la pasta.

Purtroppo questa pianta che ha sopportato la neve si è destata con un fungo che la deturpava: oidio o mal bianco. Non uso prodotti chimici. Sono contrarissima.

Quindi con pazienza l’ho trattata con una soluzione di acqua e bicarbonato. Togliendo e cimando tutte le parti infette.

Questo lavoro ha dato i suoi frutti: ora è sana e rigogliosa. Morale: talvolta occorre tagliare senza remore i rami secchi e poco sani per avere una nuova crescita. Salve sana salvia!

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Giardino,

Garden-therapy

https://www.repubblica.it/dossier/salute/rep-salute/2020/04/21/news/garden-therapy_ecco_perche_fa_bene_coltivare_la_salute-254306376/

Stamattina su Repubblica on-line ho letto questo interessante articolo.

Immagine fotografica di Eletta

Coltivare fa bene alla salute, soprattutto ora. È due giorni che piove e mi manca la cura del giardino e del mio orto. Per curare le piante, i fiori e gli ortaggi occorre chinarsi fino a terra. Già questo è un gesto fisico e metaforico importante. Ci insegna a essere flessibili come un giunco che, nella tempesta di vento, si piega ma non si spezza.

La rigidità del corpo e della mente produce strutture apparentemente forti, ma in realtà molto fragili. Chi fa yoga sa quanto è difficile portare il corpo in certe posizioni. Ma, lavorando con calma e costanza, si può ottenere quello che pensavamo impossibile.

Come riportato nell’articolo lavorando con i fiori, le piante, il terreno vengono investiti tutti i nostri sensi con una produzione degli ormoni del benessere. Profumi colori forme… la percezione tattile di sostanze diverse ci arrivano e ci stimolano.

Sono cresciuta giocando in un grande giardino che aveva una sezione di orto curato da mio padre. Ho imparato a conoscere e distinguere le diverse piante e a gustare l’intenso profumo degli ortaggi. Un profumo denso, forte, tipico che non ho più ritrovato nella verdura del supermercato. Quei profumi e quei sapori li ho riscoperti l’anno scorso: primo anno di vita del mio orto di montagna.

Qui il momento della semina e piantumazione avviene più tardi che giù in valle, per via delle diverse temperature. Si apriranno le danze dai primi di maggio: tempo permettendo.

Coltivare un orto, piccolo o grande che sia, ci insegna la pazienza. Ogni cosa a suo tempo: c’è un tempo per seminare e un tempo per raccogliere. Un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.

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Giardino,

La fatica della terra

Giorni dedicati alla creazione dell’orto.

Il pezzo di terra, opportunamente arato da un vicino che ha le macchine, ora andava recintato. Paletti e rete.

Poi andava rastrellata la terra vergine: mai coltivata prima. Era piena di pietre. Così ieri ho passato ore a chinarmi a raccoglierle e metterle nel confine.

Non ricordavo com’è il corpo della terra: morbido e friabile. Quando ero piccola sono cresciuta, giocando, nell’orto di mio padre. Ho così imparato a sentire l’odore dei frutti e degli ortaggi appena colti. Un odore e un sapore che non ho più trovato nella verdura e frutta acquistata.

Oggi dopo il lavoro di sezionatura delle diverse celle sarà l’ora di prendere le piantine e di metterle a dimora.

Sono davvero felice come una bimba di avere finalmente un mio orto da curare.

L’anziana vicina venuta ieri a guardare mi ha detto: È proprio vero che l’orto – come diceva mia madre – ha bisogno di una cura quotidiana. Non deve essere trascurato nemmeno un giorno.

È quello che farò, per avere un ottimo raccolto.

Non ricordavo la fatica della terra. Dopo una giornata di lavoro si dorme come sassi.