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Dono,

Un tenero angioletto

Questo tenero angioletto mi è stato inviato da mia madre per Natale, le sue parole: “Ti porterà fortuna”.

A voi non dirà nulla un angioletto siffatto. Ma io quando ho aperto il sacchettino ero proprio felice. Perché l’ha fatto mio padre negli anni prima di morire.

Ci sono oggetti che emanano, e-mana-nano… del mana ho già scritto tempo fa.

https://inchiostroneroweb.com/tag/mana/

In questo pezzettino di legno decorato c’è dentro l’energia di mio padre. La sua cura. Il suo amore. La sua dedizione.

La stessa cura dedizione attenzione e amore che metteva nei suoi lavori manuali, che faceva sempre fischiettando. Ore e ore nel garage in mezzo ai suoi utensili e attrezzi a creare oggetti in legno.

Ecco: questo piccolo dono sarà il dono che maggiormente emanerà nella mia casa. L’ho appoggiato al gong, seduto.

Un dono non è un vero dono se non c’è all’interno cura dedizione attenzione energia pensiero…

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Dono,

Il mana

“L’oggetto di scambio non era per i primitivi una cosa, non era ridotto all’inerzia e all’assenza di vita del mondo delle merci, ma era il veicolo del mana di colui che donava e nel dono esprimeva il suo potere, come potere o possibilità di perdere.

Il mana che accompagna ogni dono – questo spirito delle cose, come lo chiama Mauss – è ciò che obbliga nelle operazioni di scambio, perché la cosa ricevuta non è inerte“.

Da: Il gioco delle opinioni – Umberto Galimberti

Ancora oggi un oggetto può e-manare. Per chi mi legge da un po’ basti pensare alla storia dell’anello che mi è stato regalato: come posseduto da una sua debolezza intrinseca ha perso la pelle e poi è stato segato, rotto per il dito fratturato.

Regalare un anello, simbolo potente, dovrebbe essere un dono in completa sintonia con l’animo del donatore. Altrimenti c’è la frattura.

La stessa fede nuziale ha presagito la fine del mio matrimonio un anno prima infilandosi a tradimento in un portaremi da barca: il dito è diventato blu e la fede ha dovuta essere tagliata.

In questa società delle merci senza anima pensiamo di sottovalutare l’importanza della emanazione di un oggetto.

Ma non è così. E non vale solo per gli anelli, ma per qualsiasi dono per esempio un paio di scarpe o un vestito che, sotterraneamente porta e comporta il mana del donatore.

C’è sempre in gioco un’operazione di potere legata al dono, e per questo è previsto di ricambiare. Per equilibrare il potere di chi dona e non essere sottomessi e in debito.

A Natale scorso ho preferito regalare a mia madre e mio fratello una scatola con dieci bigliettini finemente decorati a mano da me. Mia madre dice che non riesce ad usarli perché le spiace sprecarli. In un oggetto fatto a mano direi che è ancora più presente l’emanazione del donatore.

Non desidero in alcun modo ricevere regali senza anima. Non hanno senso. Sono merci che si aggiungono inutilmente ai rifiuti di cui, purtroppo, è già troppo piena la nostra triste società consumistica.

Come un fiore emana naturalmente il suo profumo, allo stesso modo un dono emana solo se donato naturalmente dall’anima del donatore con piena adesione al simbolo sotteso.

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Dono,

Dono


L’orco ieri mi ha regalato un bellissimo bracciale d’oro.
Ho cercato un libro di Umberto Galimberti in cui c’era un interessante analisi del simbolo/dono. Non l’ho trovato, sarà nell’altra casa in valle dove albergano molti miei libri in attesa di salire in montagna.

Il senso di un dono non sta nel reale oggettivo valore, ma nel simbolo sotteso.

Partiamo dal presupposto che c’è una bella differenza tra un bracciale d’oro e uno di bigiotteria, in termini non solo di costo, ma anche di scelta e impegno.

Il dono è oblativo.

Scegliere di spendere denaro per una persona significa che quella persona vale.

So che sembra tutto abbastanza lapalissiano.

E…hai scoperto l’acqua calda?

Vediamo di chiarire meglio la mia posizione.

In cassaforte ho un mucchio di gioielli che non indosso mai. Non ho quindi bisogno di altro. Così come non ho bisogno di fare shopping. Ho tutto quello che mi serve, in abbondanza.

È quindi il gesto che ieri mi ha davvero fatto piacere: il fatto che l’orco si sia mosso per cercare/trovare un oggetto che desideravo in base a una affermazione fatta: adoro avere il braccio sinistro pieno di bracciali tintinnanti.

Sono anni che non metto più orecchini.
– Con quei cerchi d’oro Eletta cattura gli uomini.
Mi aveva detto la psicologa al castello.
Ora non più.

Invece al braccio questi cerchi tintinnanti di luce e suono mi piacciono.

Purtroppo proprio per l’uso continuo uno dopo l’altro i miei bracciali si sono rotti.

Ora sono ad aggiustare.
Sul mio braccio sinistro ieri porre questo nuovo bracciale mi ha dato davvero gioia.

Poi arriveranno i fratelli aggiustati a fare una allegra zona di vicinanza per formare una fascia luminosa.

Non è poi diverso dal comportamento delle donne giraffa, dalle Nefertiti piene di lapislazzuli, da chi ama riempirsi di tatuaggi. Da sempre l’ornamento fa parte del nostro stile e appartenenza culturale.