Psiche e soma

Ho la fortuna – per ora – di non aver bisogno di andare continuamente dal medico o in ospedale.

Tempo fa sul Corriere della sera ho partecipato a un sondaggio relativo al Rapporto Medico Paziente. Come sempre, ho risposto con estrema sincerità alle domande… Non le ricordo ma alcune vertevano sulla Comunicazione ed Empatia tra medico e paziente.

In generale, a mio parere, c’è poca vera Empatia e Comunicazione. Veniamo considerati Corpi o Pezzi di Corpo. Senza mente, pensiero, emozioni.

Naturalmente c’è tutta la scusante del lavoro oneroso, della mancanza di personale, dei turni stressanti… Ma rimane il fatto che un paziente non porta in visita solo il suo corpo come insieme di organi e apparati. Porta in visita se stesso intero: esperienze, vissuti, emozioni, pensiero.

L’ho potuto verificare ieri in una visita di controllo in ospedale. La dottoressa manco mi guardava, seduta al suo computer era tutta intenta a scrivere quello che doveva scrivere. Domandava, rispondevo e scriveva. Mai una domanda che approfondisse il come quando e perché.

Anche quando appositamente ho posto considerazioni strambe per verificare la reazione. Nessuna reazione. La dottoressa non ha mostrato alcun interesse o curiosità che uscisse dai parametri fisici. Temendo conto che si trattava di una neurologa la cosa era ancor più grave.

Mi ha osservato i riflessi col martelletto, ha scritto quello che doveva scrivere, ha prescritto esami diagnostici che doveva prescrivermi e questo è quanto.

Di sanità si parla tutti i giorni. L’esame che dovrei fare è così urgente che è previsto tra sei mesi. Sopravviverò ma penso a tutte le persone che hanno malattie serie.

Quando abitavo giù avevo accompagnato un’amica a fare radioterapia. Ero rimasta veramente sorpresa dall’estrema gentilezza e umanità del reparto. Infermieri e medici estremamente umani e empatici.

Non dovrebbe essere sempre così? Domanda retorica.

19 pensieri su “Psiche e soma

  1. E’ una cosa comune, un po’ da tutte le parti capita questo, anche la mia dottoressa oltre a prescrivermi l’unica pastiglia che prendo per la pressione, non è che poi mi chiede chissà cosa, anzi spesso quando la chiamo non risponde e con i messaggi spesso mi risponde dopo un paio di giorni. Purtroppo l’empatia pare non faccia parte di questa professione 🤷‍♂️🙄

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  2. Capisco il tuo pensiero ma non è il carico di lavoro che rende non empatici il medico – uomo o donna che sia – ma il suo carattere. Io Io fino a sei anni fa il medico era un illustre sconosciuto ma le rare volte di cui ho avuto necessità l’ho trovato sempre disponibile ad ascoltarmi e a suggerirmi le terapie giuste. Da sei anni a questa parte purtroppo ho dovuto interagire spesso con dottori e ospedali ma devo dire che ho trovato sempre dottori o infermieri che ascoltano e suggeriscono. Qualche volta non sono rimasto soddisfatto ma sono sempre state eccezioni. Ho sempre avuto i loro numeri telefonici in caso di necessità o richieste di suggerimenti.

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  3. Sono volontaria in ospedale da 11 anni in un’associazione che si chiama AVO ed è presente su tutto il territorio nazionale. Il medico fondatore, Erminio Longhini, ha creato ormai cinquant’anni fa questa associazione perché in una corsia d’ospedale si è accorto che nessuno sembrava accogliere la richiesta di una paziente che aveva bisogno di un banale bicchiere d’acqua… Effettivamente ci siamo resi conto che la nostra, così come altre forme di volontariato e presenza, cerca di sopperire proprio a questa carenza. I commenti e le opinioni che leggo qui rispecchiano in pieno tutto ciò che è la realtà, per quanto comunque, e per fortuna, con questa esperienza si può scoprire che tante infermiere, medici e altro personale sono guidati a pieno dallo spirito di una missione, proprio come la mamma di @danielecolleoni.
    Grazie per la tua riflessione, vivendo questa realtà da molto tempo la penso come te, ma sapere che è una visione condivisa spinge e motiva a continuare a fare ciò che facciamo. 🙂
    🪷❤️

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  4. Comprendo perfettamente il tuo pensiero, anch0io ho avuto modo di constatare così tanta freddezza sia per quanto mi riguarda e per quanto riguarda la salute dei familiari , manca l’empatia questi medici almeno la maggior parte sembrano presi e messi li per scrivere diagnosi, certificati e via dicendo… Manca il contatto umano che nel mio immaginario, dovrebbe essere il primo intervento col paziente- Buon pomeriggio Eletta 🌹

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  5. Condivido quanto hai scritto. Volendo non generallizzare perchè non tutti i medici e infermuiere sono così (tanto dipende anche dal carattere personale), cmq questa cosa l’ho notata anche io nelle esperienze mediche mie e dei miei famigliari. Mia madre era stata infernmiera d’ospedale e quando ne parlava si capiva che per lei non fosse solo un lavoro ma una missione.che poi lasciò a malincuore per dedicarsi alla famiglia. Forse anche in questo settore si stà insinualndo quella disumanizzazione che quotidianamente vediamo nella vita civile. Buona giornata Eletta!

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    1. Grazie per la tua condivisione Daniele. Sicuramente è anche un dato soggettivo ma, a mio parere, dovrebbe far parte della deontologia professionale la capacità di comunicare, ascoltare, tener conto anche della Psiche di chi ha davanti da parte del medico… Buona giornata 🥰

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