Volevo il mare

Volevo il mare. Il suo confine illimitato. Vivevo così lontano. Dove solo cime e vette. Non avevo vetture e non avevo nessuno.

Volevo vedere il mare. Ne avevo letto colori onde maree. Sabbia fine.

Qualcuno diceva che a pensare a lungo un desiderio, poi si sarebbe avverato.

Ero uscito quel giorno a tagliare legna. Perché questo era il mio lavoro. Con l’ascia vibrare colpi sul ceppo per farne pezzi. Avevo faticato per ore e poi mi ero assopito sull’erba fresca di muschio.

Nel momento del risveglio, quando ancora ero a metà nel mondo onirico sentii dei minuscoli granelli sotto la faccia e un odore salino nelle narici che mi frizzava in testa.

Quando aprii gli occhi – sempre disteso esausto con i miei sgualciti abiti da montanaro – vidi lo sconfinato blu del mare.

Restai immobile per non perdere la meraviglia. I ruggiti e fremiti dello sciabordio. Il riflesso cinereo. I celestiali gioielli riflessi.

11 pensieri su “Volevo il mare

  1. ma che bello questo brano, sei entrata nel personaggio della foto, hai indossato la sua camicia che effettivamente è da montanaro.
    (prova a non entrare da Luz come inchiostronero ma come anonima, selezionando anonimo nella tendina, e poi firmati sotto il brano)
    ml

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