Guardo il tuo guscio.

La maschera che indossi non fa trapelare nulla. Tutto rimane in superficie: gioielli, trucco, quella giacca sghemba con il pelo blu.

Hai ancora un uomo che t’ama. Così dici. L’ultimo è morto impiccato. L’altro si è gettato sotto un treno. Ma tu hai sempre un uomo di scorta dentro il portafoglio. Ti ha regalato la giacca che porti, ha un loft. Chi non ha un loft oggi è nessuno. Il tempo passa come le tue mani, ogni tanto, nel gesto automatico che ti lava il viso. Non ti esponi un attimo sul bordo a dire. Tutto è immutato nell’urlo che non esce. 

Ancheggi per sederti, la signora ci ha riservato la saletta e tu chiedi l’olio piccante. Ami tanto insaporire le carni che non sanno di nulla.

Tu che il corpo esibisci e non ami dare. Lui mi ama e mi aspetta. Mi prega di restare a dormire, ma sa che io preferisco essere accompagnata a casa. E’ una persona molto gentile. Mi viene a prendere a casa e mi riporta a Milano a cena. 
Anche l’altro che si è gettato sotto il treno ti veniva a prendere da Milano. Andava avanti e indietro chiedendoti amore finché la sua mente si è sfinita.

Le tue preziose guaine protettive non avevano chiavi. Ha bussato fino a perdere il senno.

Il tempo si fa di gesso sulla tua bianca maschera. La tua smania di frivolezze si riversa nelle dita piene di effervescenti ragni di bava. Le agiti mostrando quanto amore hai: da chi non ami.
Hai indossato un altro cadavere d’abito che ti copre il corpo che non dai. Civettuosa nel ravvio dei capelli quando ti cade un déja vu nel piatto. 

Ogni volta che ti incontro mi sento gettata in preda al falco del tuo mentire.

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Scrive Jung: 

“Anche la Persona dà delle informazioni. Stamattina, prima di venire qui per il seminario, ho indossato il mio camice professionale, il dottor Jung. Mi presento a voi in questa veste, e posso essere più o meno convincente, dipende da me: faccio in parte ciò che volete o vi aspettate e in parte ciò che non volete o che non vi piace, è una mia scelta. 
Di un individuo noi vediamo la Persona. Nell’ambito della Persona siamo dei gusci, siamo solo delle superfici, e abbiamo idee molto vaghe su quello che c’è all’interno”.