Il paesaggio illumina

“ Il paesaggio illumina l’uomo. Il paesaggio è fondamentale. La vera filiazione sta nel paesaggio. La stanza e la pietra non meno che il taglio del cielo” Yasmina Reza

Respiro i nuovi colori

con l’aria cruda che avevo persa

respiro la verticalità del rosso ruggine e porpora

e lo spumeggiare del giallo senape

sullo sfondo dell’ onde lente dei verdi

– così scuri e fieri.

Respiro il verticale arboreo

raccolgo sensazioni d’autunno

– dopo tanta orizzontalità marina

dopo i turchesi celesti

dopo l’argento e blu cobalto.

Respiro il paesaggio camminando

scoprendo vocazioni

percepisco i corpi lignei

e l’abbandono della chioma.

Divento verticale. Anch’io.

C’è meno cielo. Dietro la quinta.

Manca l’orizzonte

in fondo

( la linea di china )

se non dentro il mio passo

che diventa lieve

tra tutte queste cromie

che mi divorano.

34 pensieri su “Il paesaggio illumina

  1. Ma che spettacolo questi colori!!!!!! Penso sia uno dei posti più belli dove vedere l’autunno, quest’anno con tutto il maltempo che c’è stato in montagna non sono andato, forse ad inizio del prossimo mese ci sarà qualche giornata di sole nel week end, ma mi sa che ormai ci sarà poco in montagna ormai..🙄Un caro abbraccio, buona serata, goditi la bellezza del posto in cui vivi 🤗🤗🤗😉😊😊😊🤗🤗👍👍👍👍👍👍👏👏👏👏👏👏👏

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  2. Trovare parole più belle di quelle che pronuncia questa foto non era facile, eppure l’hai fatto. “(La linea di china)” ha qualcosa in paeticolare che mi affascina davvero profondamente.
    P.S. Dovrò ripubbliacarla necessariamente…

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    1. Strano Simon, ci avrei giurato che a te non sarebbe piaciuta. Perché a me non piace molto e noi siamo simili (sei l’unico, ad ora, che senefrega allegramente di pubblicare in un mare di pseudo scrittori e scrivani e scrittori) 😉 buona giornata e grazie

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      1. Intendenti dire che non ti piace la linea di china come condinzione umana? “(La linea di china)” la sento come un suono mentre la leggo, messa lì in quel punto del testo, tra parentesi, suona come un’orchestra celestiale davanti ad una platea di sordi.
        Non so se sono l’unico, non ci bado, ma hai senza dubbio ragione su questo: menefrego. 😉
        Buona giornata Eletta, grazie a te!

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          1. Ho scritto “Intendenti” 😅 era ovviamente “Intendevi” No, non ritengo che sia niente di che il resto, anzi, ma quella “linea” fa tutta la dannata differenza del mondo. È la linea, anche visivamente, che rivolta l’orizzonte. Testuale e non. E poi mi scatta il doppio (Eletta) senso…inchiostro nero” inchiostro di china. Ad esempio, se dovessi mai riformare una band la chiamerei così: “La linea di china” Come suona! Come suona.

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            1. Sei fantastico! Davvero si vede e si sente come ami le parole… Mi fai sorridere di empatia 🤗 grazie é bello avere qualcuno che dà importanza sonora e chimica alle parole (non ricordo mai il nome del mio blog…) 🍃🍂🍁🌟

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              1. 🤗 È uno dei tanti difetti di fabbrica che mi porto dietro in effetti, faccio caso a questo e non al rigore stilistico. La poesia è un sasso nella scarpa, non una soletta in gel. Poi ognuno ha il suo stile, ma se non c’è un sasso dentro…
                (Io adoro l’inchiostro nero, soprattutto sulla carta giapponese. Mai ignorare la bellezza della sottigliezza e della resistenza di questa carta assorbe l’inchiostro nero. Per questo lo ricordo sempre bene il nome del tuo blog)

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                1. Ho provato la scrittura giapponese con i pennelli di bambù e la carta originale. M’incanto a guardare chi lascia questi segni con tocchi precisi e fluidità… Mi piacerebbe imparare. Per ora mi accontento della scrittura con una stilografica che lascia un segno denso, forte. Non ho mai sopportato la debolezza della matita.

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                  1. Sai di cosa parlo allora, e leggo con piacere che incanta anche te. Io li ho utilizzati più che altro per disegnare, quindi con ampie campiture. È affascinante la scrittura giapponese, io sono un disastro in questo, non ho quel tipo di pazienza, però credo proprio tu l’abbia. Certo la scrittura è la scrittura, anche con certe stilografiche si ottiene una scorrevolezza e un tratto pieno.
                    La matita è strana, certo. Diciamo che è una debolezza che apprezzo dalla 6B in poi. Prima è come dici tu, è debole, però è un supporto alla china inpareggiabile. Meglio carboncini e sanguigne per il disegno.

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                    1. Ho usato carboncini e sanguigne in Accademia per un anno, non ci era permesso usare il colore. Qualsiasi medium è interessante. Ho un quadro in sala che ho fatto in quel periodo con carboncino che è venuto veramente bene. Magari lo mando via mail o qui…

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