Nel guazzabuglio

Nel guazzabuglio

– delle tue idee filosofiche –

nuoto stanca. 

Ruzzola giù

per le scale

il gomitolo

delle aspettative. 

Nulla più m’attendo:

dal tuo antico testo

così zeppo d’errori.

Inutili refusi.

Non volo

sulle turpi cancellature,

sui segni neri

che tolgono parole. 

Avevo analoghe illusioni

quando m’imbarcavo,

nei giorni estivi,

verso azzurre isole. 

Floscia cadeva

la vela nel ritorno.

Nel sogno l’uomo dai molti cani

mi mostrava

i magnifici frattali

e

mi fascinava. 

Il colore irrecuperabile

del cielo di Magritte

o di Chagall. 

Qui piove sempre

con nere nuvole.

– Ero elegante e languida.

Così appagata

prima del tuo venire:

un tonfo

e ora annego

nell’immobilità melmosa.

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