Tempo verrà
in cui con esultanza
saluterai te stesso arrivato alla tua porta
nel tuo proprio specchio
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro
e dirà: – Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane.
Rendi il cuore a te stesso allo straniero
che ti ha amato per tutta la vita
che hai ignorato per un altro
e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore
le fotografie le note disperate
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.
Derek Walcott
Inchiostroneroweb 
🙂
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mah, posso condividere il concetto di ritrovare una parte di te stesso, ma onestamente non mi piace come lo ha espresso, ci sento qualcosa di pomposo e artificioso.
(e di qui il sollievo a leggere il nome dell’autore :))
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Sì, in effetti anche a me lo stile non fa impazzire. L’ho trovato su un libro di meditazione in realtà.
Buona serata caro
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Che sollievo che non l’hai scritta tu 🙂
ml
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Perché non ti piace?
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Solo una pausa, prima di riprendere il viaggio….
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Io mi ci ritrovo. E’ così difficile essere veramente noi, capirci, parlarci. Una ricerca di equilibrio continua. Spero di riuscire a vedere la mia vita in tavola, prima o poi, senza paura
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Che bella l’immagine: vedere la mia vita in tavola. Grazie cara e buona serata 😊
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Ed è per questo(straniamento)che … bacio te(licenza poetica.) Ti sorrido femmena bella.
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Grazie transitante un sorriso a te
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Scoprirsi d’un tratto estranei e ostili a noi stessi è una sensazione terrificante.
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Non sempre. A me non spiace spiarmi da fuori. 😜
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