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Quattro gatti e poco più

In una giornata così con cielo blu indaco e temperature primaverili la cosa che lascia stupefatti è che in Panoramica non c’è nessuno.

La Panoramica è una bella stradina al cospetto delle cime che scorre quieta e assolata tra boschi e praterie. Lo dicevamo stamattina con la signora delle Nike portatrice di lunghi pezzi di legna: possibile che a parte quei soliti quattro gatti nessuno degli altri abitanti del paese dove abito trovino il tempo e la pena di farsi una bella passeggiata mattutina?

Che fanno tutto il giorno in casa? Abbiamo contato le persone che normalmente incontriamo: se va bene siamo in cinque lungo tutto il percorso. Altrimenti, come stamattina, in tre.

Chi ha pane non ha denti e viceversa. Come si fa a vivere in montagna e a non vivere l’ambiente e il panorama, l’aria il profumo il sole la neve della montagna? Mah.

Poi durante il fine settimana si riempie di turisti che fanno ore di auto per godersi quello che noi abbiamo gratis ogni santo dí.

Tempo permettendo, io esco. Sono una dei quattro gatti in Panoramica se non sono su al lago…

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Al di là

Ieri ho voluto fare una capatina su, dove c’è l’unico impianto in funzione in questo inverno ancora troppo caldo. Caspita! Non mi aspettavo di trovare così tanta gente. Scarponi e sci in spalla in coda per fare una breve discesa. Mah!

I parcheggi pieni e il chiasso mi hanno fatto fare rapidamente dietrofront. Nella quiete della mia casetta.

Oggi arriva la legna. A chi pensa che vivere in montagna sia una scelta solo idilliaca… dovrò riportare i piedi per terra.

Vivere in montagna vuol dire anche fare fatica. La legna accatastata in legnaia sta diminuendo e l’accumulo si è già dimezzato. Quindi oggi arriva un’altra partita. Che poi andrà di nuovo accatastata. Ciocco dopo ciocco. Quintali di ciocchi.

Intanto mi godo l’imminente fine delle vacanze natalizie e l’abito di Babbo natale appeso ad asciugare mi fa ben sperare. Quando sarà appesa anche la gonna e il fazzoletto della Befana e qui torneremo a essere in pochi gatti e lupi io dirò : Evviva!

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Nube umana

Stamattina con un cielo blu terso e profondo senza ombra di nuvole

ho visto più sotto questo strano fenomeno.

Ah, ecco. Stanno sparando neve artificiale in vista dell’arrivo del primo fine settimana di dicembre che, tra l’altro, coincide con il mercatino di natale.

Ho pensato: meglio godersi questa ultima passeggiata nel silenzio e in beata solitudo.

D’ora in poi ci sarà difficoltà a trovare un parcheggio ma, in compenso, ci saranno tutti i bar e negozi aperti. Chissà se potrò ancora passeggiare ai piedi del maestoso monte senza ghiaccio neve gente sciatori cani e tutto il corredo di rumore annesso.

Lo so: sono una selvatica. Lo so: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Intanto mi ubriaco dell’ultimo scampolo di silenzio e pace.

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Ultimo foliage

Stamattina ho camminato sul tappeto dell’ultimo foliage: da settimana prossima è prevista una coltre di neve

Tutti i cromatismi e le tessere caleidoscopiche saranno trasmutati in bianco cristallo.

Ieri, per la prima volta ho camminato su uno strato di sottile neve. Camminando fino ai piedi dell’algido monte che sta fulgido di bellezza candida e pare ancora più immenso

L’aria profumava di neve

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Attimi

A novembre

A novembre ci sono tre persone e due lupi.

Novembre è il mese forse più duro per chi vive, come me, in un paese di montagna.

Per il mio compleanno ( accetto gli auguri anche in ritardo 🙂 non ho trovato un ristorante aperto. Se vuoi farti una colazione in piazza non c’è un bar aperto.

Deserto. Capita di fare percorsi senza incontrare anima viva. Nessuna coda, nessuna folla. Puoi tranquillamente camminare al centro della strada.

Alle amiche che ho lasciato in valle pare impossibile che io riesca a essere contenta qui. Con loro era d’abitudine il caffè mattutino e il pranzo almeno due o tre volte in settimana. A volte anche una bella pizzata la sera o un aperitivo.

Sono scesa dai miei familiari domenica in vista del mio compleanno. Toccata e fuga. Tornando c’era la catena alpina sullo sfondo illuminata dall’ora blu. Non vedevo l’ora di essere tra le braccia del mio deserto paese di montagna nel silenzio assoluto.

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Grigio nebbia

Mia figlia che lavora a Milano mi dice che c’è nebbia. Questa l’immagine che ho davanti agli occhi mentre sto in maglietta al sole con farfalle svolazzanti.

Non ho quasi mai freddo qui. Anche quando nevica e poi arriva il sole io sento caldo. Naturalmente la neve qui si è vista solo in alto e questo sole l’ha già sciolta in parte.

Deve essere per via della diversa umidità. Qui il clima è secco. A parte qualche giornata di pioggia.

Avrei da riporre i gerani nel locale forno da pane (eh, sì ho anche un locale per fare il pane o le pizze  nel forno a legna)… Ma il tempo è così piacevole che li lascerò ancora fuori a godersi la luce.

Anzi mi pare che hanno bisogno di un po’ di acqua. Andrò a prenderla alla fontanina.

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Cantieri

La bucolica immagine fotografica non ha nulla a che fare con il tema : cantieri.

Sono scesa a far vaccinare Edo. Una discesa che normalmente si compie in venti minuti oggi è stata interminabile. Primo cantiere per macchine atte ad asfaltare. Macchine enormi, strada con tornanti stretta quindi… Semaforo. Attesa.

Secondo cantiere omino con paletta e attesa per macchine enormi per asfaltare.

Terzo alt. Semaforo per una ruspa che deve caricare terra in bilico sul baratro. Finché il camion non è completamente carico noi aspettiamo dietro il semaforino….

Vivere in montagna vuol dire anche questo. E oggi è niente perché da domani per due giorni la strada sarà completamente chiusa in orari diurni. Quindi incrociamo le dita… perché in caso di emergenza non rimane che l’elicottero. Qui è molto presente e serve.

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Marmolada

cof

Dopo la tragedia della Marmolada meglio il silenzio. Ma, come persona che ha scelto di vivere in montagna, posso solo fare alcune considerazioni :

Detesto la montagna Luna Park. Detesto la cementificazione continua. La mancanza di rispetto dell’ambiente naturale. Detesto chi non capisce che dieci gradi a tremila metri non sono naturali e normali. Detesto che anche qui dove vivo – non si scelga un turismo soft, spalmato su tutto l’anno e non solo nel momento delle allegre sciate. Neve artificiale sparata se, come questo inverno, non nevica. Un sacco di soldi investiti per gli impianti e poi mancano i cestini per mettere i rifiuti in tutti i percorsi per chi, semplicemente ama il trekking o la passeggiata. Qui a ottobre, mese splendido di colori come ho documentato in autunno, non c’è un bar in piazza aperto. Chissenefrega degli abitanti. Ma ora, che sono arrivati i turisti son tutti belli aperti, anzi spalancati. Altro che i borghi che si organizzano per chi vuol fare una scelta di vita anche lavorando in Smart working.

Ho sempre parlato con entusiasmo della mia scelta, ma se devo dirla tutta non hanno di certo facilitato la mia vita qui, almeno dal punto di vista sociale, qui la comunità è molto chiusa. Stretta e ripartita in clan. Comunque io sono un po’ orsa e sto bene anche così.

Sono felice della mia vita in montagna perché la rispetto.

La montagna è sublime nella sua bellezza in tutte le stagioni.

cof
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Animali Attimi

Transumanza

Stamattina, alla faccia della mia paura delle mucche, è passata una mandria in transumanza per salire in un alpeggio.

Il gruppo era capeggiato da alcuni esemplari di Yak tibetani.

La mandria era guidata da una giovane donna laureata che ha scelto questo tipo di vita. Sono le buone notizie che non fanno eco, ma che a me scaldano il cuore: sempre più giovani scelgono di lavorare la terra o di dedicarsi all’allevamento.

All’alpeggio verrà montata una yurta: tenda dei pastori nomadi mongoli.

La strada è risonata per tutto il passaggio di campanacci e muggiti più l’abbaiare dei cani pastori.

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Attimi

Quando

Quando arriva la prima vera nevicata il panorama si spalanca in un mare di bianco scintillante e la catena montuosa appare più imponente.

Occorre pulire le auto dal manto. E occorre camminare adagio. Il polso rotto di gennaio per la brusca caduta sulla neve mi ha lasciato un po’ di prudenza in più. Metto i ramponi in borsa e mi appoggio al bastone da trekking.

Finchè non capitano piccoli o grandi incidenti si pensa di essere immortali e non esseri fragili come siamo. Non ho mai avuto paura di camminare sulla neve perché è morbida all’impatto. Infatti non sono caduta per lei, ma per il sottile strato infido e ghiacciato lasciato dallo spazzaneve.

Con la neve qui in montagna si restringe la geografia percorribile: non si possono affrontare i soliti sentieri con la leggerezza estiva. Occorre munirsi di scarponcini ramponi e bastoni. In cambio lo spettacolo è impareggiabile e riempie gli occhi e il cuore.