” Un attributo fondamentale che una poesia deve non solo possedere, ma in qualche misura rivelare è di non essere arbitraria. Il modo dell’espressione o, se preferiamo, lo stile deve insomma sia affondare le radici in una particolare visione della realtà sia offrirne un corrispettivo adeguato attraverso la propria sostanza fisica, vale a dire attraverso il suo stesso corpo. Ritmo, suono, intonazione,musica, tutto significa. Nell’arte poetica lo stile è tutto proprio perché tutto è stile”. Roberto Galaverni
Scrivere poesie non è arte semplice.
Quando mi capita di trovare dei miei scritti poetici ( sparsi ovunque: sul retro copertina di libri, su una delle molteplici agende, su fogli sparsi ) la prima sensazione rileggendo è di stupore, distanza.
L’ho scritta io? In che momento emotivo ero?
Poi, se mi viene voglia di riprenderla e pubblicarla devo comunque ri- sistemarla.
Il peso di una parola, di una virgola, la possibilità di tagliare un verso andando a capo, l’eliminazione anche solo di un articolo: tutto concorre alla valenza del corpo poetico.
Un corpo che abbisogna di particolari cure, direi quasi ossessive.
Se mi capitasse di riscrivere una poesia già riscritta: ancora e ancora, dovrei sistemare accarezzare massaggiare il suo corpo fino alla levigatezza.
Tanto vicina alla musica, tanto vicina alla composizione visiva, l’arte poetica ha molteplici componenti da tener presenti contemporaneamente. Non è solo una disposizione verticale di parole. Lo spazio vuoto è pieno.
Mi vengono in mente quelle pagine autografe di Barthes o Montale con tante aggiunte cancellature ripensamenti…
Mai come quest’anno il sentire di Ungaretti è il nostro intimo sentire. Ho tanta stanchezza sulle spalle richiama la “fatigue”, la fatica che ci segna dall’inizio di questa pandemia, il nostro continuo adattarci a nuove regole spazi e tempi con l’abbandono – speriamo momentaneo anche se molto lungo – delle nostre abitudini di vita e socialità.
Come una cosa posata in un angolo e dimenticata. Siamo soli, canta Vasco. Di fronte a quest’ora mesta siamo soli. Comunque soli nell’affrontare un Natale differente con le lucine intermittenti dell’albero e del calendario. Comunque soli a cercare un po’ di conforto dal focolare dove guizza una fiamma, piccola ma viva, di speranza.
Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade. Pare che ai più non sia mancata la voglia considerato l’assalto ai negozi per lo shopping natalizio. Il rito dello scambio di doni del nostro Natale deve fare i conti anche con l’economia in bilico sul disastro. L’alternativa, per non tuffarsi in un gomitolo di strade, era l’acquisto online, ma c’è il Cashback e occorreva usare le carte…
Sono passati tanti anni dalla bellissima poesia di Ungaretti. Come tutte le vere poesie dei grandi poeti ha un valore semantico che il tempo non scalfisce. Anzi: amplifica.
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