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Ethos

Essere stoici

Tempo fa mi é stato regalato un libro che ho letto con piacere:
Come essere stoici di Massimo Pigliucci.

Alla fine del volume sono elencati i principi stoici su cui riflettere – ed eventualmente lavorare con disciplina per metterli in pratica.

Sono:

1 – La virtù é il sommo bene e tutto il resto è indifferente. Essere virtuosi hic e nunc.
2 – Vivere secondo natura.
3 – Bipartizione della realtà: alcune cose sono in nostro potere altre no.
4 – Esaminare le impressioni ovvero le nostre reazioni
5 – Ricordarci della transitorietà delle cose
6 – Prendersi un momento prima di reagire
7 – Mettere i problemi in prospettiva
8 – Parlare poco è bene
9 – Scegliere in modo accorto le proprie compagnie
10 – Rispondere agli insulti con umorismo
11 – Non parlare troppo di sé
12 – Parlare senza giudicare
13 – Riflettere sulla giornata appena trascorsa

Io non sono stoica e non lo è nemmeno la persona che mi ha regalato il libro.
Tendere costantemente verso un comportamento etico é molto importante al di là del risultato che, sicuramente, non è mai immediato.

Ricordarsi della transitorietà delle cose significa alleggerire pesi e situazioni che, magari, non ci fanno riposare la notte ricordandoci che tutto passa e che anche noi siamo di passaggio.
Un metodo di rilassamento prima di dormire se si hanno pensieri é quello di visualizzare nuvole che passano nel cielo.


Ogni punto così come ogni regola implica disciplina.
Senza disciplina saremmo solo in preda agli istinti e al soddisfacimento dei bisogni.
Come bambini.

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Scrivere

Quantità e qualità

Il mio blog su questa piattaforma ha due anni. Ieri mi è giunto questo riconoscimento.

La quantità non corrisponde alla qualità. Seguo e apprezzo altri blogger che scrivono con meno frequenza ma che mantengono una buona, se non ottima, qualità di contenuti e forma.

Per quanto riguarda la forma: ci bado molto, essendo una “purista”. Non posso proprio apprezzare chi scrive facendo errori ortografici. Soprattutto in questa epoca di alta tecnologia.

Io scrivo molto e, praticamente pubblico quotidianamente, perché scrivo sempre. Non posso fare a meno della scrittura: è il mio cibo come la lettura. Se non scrivo qui, scrivo sui miei taccuini, sui libri, su fogli, su lettere, bigliettini, e mail. Se potessi scriverei sui muri. Lascerei foglietti poetici appesi ai rami del bosco.

Le stanze della mia casa sono invase dai libri. Ho libri in camera, in sala e in bagno. Ho libri per terra ovunque. I miei libri non sono oggetti morti statici. Vengono sempre spostati, presi, accuditi, sfogliati, riletti, ricercati, amati. Come scrive Recalcati nel suo libro: “A libro aperto” un libro è un corpo da amare. Che ne direste di un uomo che non sfiora mai il corpo dell’amata? Che ne direste di persone che scrivono senza leggere?

La cosa che più mi manca sono i miei libri, anche i quattrocento donati per il trasloco, anche quelli che sono rimasti in deposito in città. Ogni tanto mi capita di volerne prendere uno tra le mani, qui in montagna, e mi aggiro a cercarlo – così come si cerca il corpo di un amato – e non c’è. Mi prende allora la nostalgia.

Leggere è importante nella mia vita.

Ho ordinato diversi libri, tra cui quello citato di Massimo Recalcati.

Se non vuoi morire, comincia a vivere.

Se vuoi vivere, comincia a imparare. Comincia a riflettere. Comincia a lavorare, fare un po’ di fatica, comincia a muoverti, incontrare, modificare certi incrostati comportamenti.

Se oggi sono quella che sono, lo devo ai libri. Molti per me sono stati e sono Maestri di vita.