Dopo due anni di pandemia e ora la guerra mi rendo conto che non ho più
Voglia di dipingere
Voglia di leggere
Voglia di approfondire
Voglia di parlare
Voglia di incontrare
Voglia di creare
Mi manca l’entusiasmo. È esaurita l’energia. Stanno immobili i miei libri. Chiusi. Stanno nei cassetti pennelli e colori. E carta e blocchi. Una sottile nausea circonda ogni cosa. Una tristezza in fondo. Come una nube. Una patina stanca.
L’unica cosa che riesco a fare in questo periodo è sferruzzare. Faccio maglioni perché mi è stata regalata molta lana. Così seguo solo l’incrocio dei fili e dei ferri e l’anima si distrae, si perde in questo ritmo.
Due anni di pandemia mi hanno tolto desideri interessi e mi hanno regalato una diffusa stanchezza e apatia.
Già ero una “difficile “ : ora nulla mi piace e mi soddisfa. Poco o niente mi interessa. Seguivo la politica. Ora cerco cose leggere. Non c’è posto per discussioni e soliti tiritera. Niente Gruber e affini. Mi spiace. Preferisco Geppi su Rai Tre che almeno mi fa ridere. Pochi libri. Mi sento soffocare da tutti i libri che ho. Non so come ho fatto a leggere tutti quei libri. Non so come ho fatto.
Ho bisogno d’aria e, infatti, sto bene in camminata la mattina all’aria aperta. All’aperto riesco anche a disegnare.
Poi mi annoio. Tutto mi stanca e annoia. Pochi film che possono piacermi. The Funeral Party mi è piaciuto perché mi sono piaciute le interpretazioni degli attori: Robert Duvall, Bill Murray e Sissy Spacek.
Non so come certe persone riescono a vedere serie insulse. Vedo la prima scena e chiudo. Capisco sempre dalla prima sequenza se un film mi piace. Non serve procedere.
Nulla mi stupisce. Mi scuote da questo letargico inverno col sole a picco come fosse agosto. Sono davvero esausta. Di non poter fare colazione e di non poter fare aperitivi. Qui come ovunque il virus dilaga. Non è il caso di tirar giù la mascherina al caldo di un bar. Non è il caso di far nulla. E come tutti mi sto un po’ stufando. Seccando. Alterando.
Anche basta. Santo cielo. Avrei voglia di viaggiare. Ogni tanto guardo le immagini fotografiche di settembre in Salento e mi chiedo se davvero ci sono stata un mese. Tutto è lontano sfumato il tempo è dilatato gessato glassato ghiacciato in una teca immobile.
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